Partiti e politici

Punire i gesti e non il progetto. I fascisti su Marte del Partito Democratico

10 Luglio 2017

Cosa sappiamo dei fenomeni fascisti in epoca moderna? A meno di esperienze personali, sostanzialmente ciò che ci viene raccontato dai mezzi di informazione. Dunque per l’oggi ognuno dovrebbe valutare il suo tesoretto di democrazia e porsi la seguente domanda: quanto mi sento disturbato, o addirittura minacciato, da vecchi e nuovi fascismi? L’argomento è certamente il migliore possibile per sollecitare all’infinito le nostre sensibilità, che comprendono un arco di tempo molto, molto, grande. Per tutto quel tempo lontano, abbiamo creduto sinceramente che fosse sufficiente la nostra Carta dove si dice che «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». La realtà di questi anni, almeno per noi italiani, ha raccontato lo stato dell’arte: non si sanziona mai nessuno. Questa, che qualcuno valuta come un difetto di fabbrica istituzionale, come un balbettio dello stato, è in realtà una grande notizia. La vera, grande, notizia. Nessuno è mai “meritevole” d’essere perseguito, segno che la democrazia è molto salda e che quel difetto di fabbrica – non avere mai parametri certi per intervenire – è la migliore clausola di salvaguardia. Un insieme di gesti, seppure sgradevoli, riprovevoli, urticanti, non fanno mai un progetto. Oggi invece si intenderebbe cambiare verso, rovesciando l’onere della prova. Si intenderebbe punire il gesto anche in mancanza di un progetto. È un errore capitale che non a caso appartiene per intero a questo Partito Democratico, Fiano ne è il portabandiera, che nel corso di questa legislatura ha già deciso di punire con il carcere i negazionisti della Shoah (Non ci stancheremo mai di ringraziare la senatrice Cattaneo che si è opposto a questo obbrobrio).

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Per discutere di un tema così delicato, è forse più saggio staccarsi dalla lotta parlamentare che porta quattro illetterati del Movimento 5 Stelle a parlare di «legge liberticida». Se possibile, qui l’articolo 21 della nostra Costituzione non ha alcuna rilevanza, non si tratta di proteggere anche l’opinione più inascoltabile purchè frutto del prodotto intellettuale delle persone. Come sostiene Fiano, è ormai il momento di aggiornare l’orologio della storia e adeguarsi al web che centrifuga in maniera esponenziale e diffusa un fenomeno sino a qualche tempo fa circoscritto. Come è del tutto evidente, nessuno può o vuole colpire le idee perchè nel caso di questi fascisti sono scolpite nella pietra da sempre. Quello semmai era l’intento della nostra Carta, certamente alto e nobile, che però non ha mai avuto una sua vera definizione per i motivi di cui sopra: non ve ne sono stati reali e drammatici motivi. Naturalmente parliamo di questo lungo tempo di pace. L’obiettivo di una nuova legge è colpire i gesti. In linea puramente teorica e per fare un esempio recente, i Casa Pound che invadono Palazzo Marino sarebbero immediatamente da tradurre al gabbio.

Ogni legge deve avere un suo centro. Ma nessuna legge può essere (ri)educativa alla radice. Il giorno in cui dovessimo celebrare il funerale della cerimonia fascista, dei gesti neri a gogò, riempiremo le galere di una nuova fauna giudiziaria senza che l’Italia sia cresciuta di un pelo. Né che sia stata sottratta della feccia, come un tempo veniva etichettata la “categoria”. Anzi, una lunga teoria di camerati, non esclusi sinceri democratici, saluterà l’ingresso al gabbio dell’immenso patacca Gianni Scarpa, 64 anni, che nello stabilimento balneare di Chioggia ha riprodotto il suo fortino balilla per la gioia dell’azienda di soggiorno locale.

Ma cosa intende colpire il Partito Democratico, forse una nuova recrudescenza di cui i singoli cittadini non sono pienamente a conoscenza? No. Il Pd si fa carico di un sentimento più generale, un sentimento che esce dai confini italiani, è “il vento” populista che ha diverse traduzioni nei singoli Paesi. È un carico morale, qualcuno potrebbe sostenere persino moralistico, un fardello etico spacciato per esigenza penale. Quando in realtà la nostra Carta ricomprenderebbe già tutto. Tracciare i comportamenti, punendo chi scarta dai binari. È uno staterello etico, da delibare con buon bicchiere di Fiano.

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