Partiti e politici
Progetto Renzi: hai una classe dirigente imbelle? Dai la vecchia per rimbambita
Il progetto è esplicito e anche di una certa finezza eversiva. Ha una sua forma dichiaratamente anti culturale, attribuendo a ogni possibile profondità intellettuale un vero pericolo di destabilizzazione interna. È un progetto che, per sorriderne un po’ con il principe De Curtis, potremmo chiamare «Progetto livella» perché riduce sensibilmente le differenze, e nel tempo tenderebbe proprio ad azzerarle. Nel tempo, perché un arco temporale è fisiologicamente necessario, non si riconosceranno più “quelli che la storia del Partito Democratico l’hanno fatta” o hanno contribuito a farla. Verranno sfocati nella foto di gruppo, nessuno sarà in grado di riconoscerli nei tratti, se non i feticisti spinti della materia. Meglio ancora se saranno dimenticati e nessuno chiederà più nulla di loro, delle cose fatte, della politica sognata, di quei progetti, di quelle feste, di quegli ulivi.
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Il progetto di Renzi è straordinario. Perché non è soltanto un semplice progetto di delegittimazione politica di padri fondatori che, a ogni modesta scossa tellurica, gli riempiono le orecchie di “così non va”, “devi includere”, “devi ascoltare”, la strada non è quella giusta”, e altri trecento consigli che ogni nipotino ricaccia immediatamente nel primo cassonetto disponibile. No. Se fosse solo questo, sarebbe di ben modesta portata. La battaglia del segretario Pd per consegnare all’opinione pubblica questi signori come vecchi inaciditi dal tempo, dediti soltanto al pessimismo, con la testa immancabilmente reclinata all’indietro, e che mettono il pilota automatico appena vengono interpellati dal primo cronista che passa, è di portata molto superiore. Se il primo obiettivo, quello di pronta beva, è certamente quello di tenerli fuori dai giochi, farli apparire mesozoici rispetto alla modernità che scorre più veloce di almeno sei-settemila volte rispetto alla storia passata, lo scenario finale è di portata decisamente più consistente. È quello di non avere più una classe dirigente passata che ancora incombe sul Partito Democratico come un avvoltoio, pronta ad avventarsi sul suo corpo straziato. Uno scenario che porta con sé una doppia conseguenza, la prima sul piano strettamente comunicativo: togliere l’acqua ai giornali, che a quei soggetti ricorrono immancabilmente quando le cose si mettono male. Azzerando scientificamente i vari Prodi, Veltroni, ecc. attraverso una sistematica sottovalutazione, se non addirittura il dileggio, i medesimi perderanno naturalmente la voglia di partecipare al dibattito, anzi, per i più suscettibili (Prodi ha vinto senz’altro gli Europei da questo punto di vista) la questione si chiuderà senza ulteriori strappi.
La seconda conseguenza è il vero obiettivo di Matteo Renzi, riuscendoci, il suo vero capolavoro. Oscurando padri, zii, fratellastri di una vecchia storia Democratica, anche, diciamolo, per loro responsabilità, il segretario del Pd avrà compiuto la vera, grande, impresa, della sua gestione: rilegittimare le sue motozappe interne, la sua non-classe dirigente calata dai paesi toscani su Roma a fare razzia di potere. I suoi signori e le sue signore e signorine che nulla hanno dato in questi anni, anche per sua evidente responsabilità, cianciando di condivisione da un’avamposto egoista e solitario. Senza più il confronto con gente ha studiato, magari anche un po’ noiosa, ma solidamente vocata a una politica strutturata, il Niente attuale del Partito Democratico non correrà più il pericolo di essere considerato inadeguato. Nessun Carbone dovrà vivere come un tormento ogni maledetto giorno del calendario, pensando che anche il più pallido ricordo di una quarta fila di quel tempo potrà oscurargli l’aperitivo. È così Boschi e altri simpatici amici di questa nostra vita, così splendente per un sentimento condiviso di vuoto assoluto.
Ecco, far passare Prodi, Veltroni e tanti altri babbioni di quella storia come vecchi inaciditi e rancorosi, avrà il pregio di condurci senza altri strappi verso una serena atarassia politica. E questa volta ne saremo pienamente consapevoli.
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Immagine di copertina tra da Termometro Politico
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