Partiti e politici
Primarie del centrodestra, la richiesta arriva anche dai più giovani
Un nuovo contenitore culturale che si aggiunge al coro di quanti chiedono le primarie sotto il cielo del centrodestra. Al suo interno al momento non si legge nessuno dei nomi già noti alle forze politiche già espresse in Parlamento, ma una galassia di mondi culturali di “area” dove il comune denominatore è certamente il salto generazionale verso il basso, i più giovani. Ne farò parte insieme a Lorenzo Castellani (La cosa blu), Cristian Aurizi (Liberalmente), Federico Iadicicco (Minas Tirith), Giorgio La Porta (Centro-destra.it) e Silvia Pispico (Cantiere La nostra destra).
Giovedì 2 marzo saremo alla Terrazza Civita di piazza Venezia per presentare le tesi e, dunque, il soggetto unitario che scaturirà dall’incontro delle varie anime. Primo step l’edizione di una rivista trimestrale, che porterà il nome del nuovo think tank, destinato probabilmente a diventare una nuova sigla culturale.
Il punto di partenza è la richiesta di primarie a partire dal nome dell’iniziativa, che è “Il centrodestra del futuro. Idee per una nuova classe dirigente verso le primarie”. In questo modo il cerchio si stringe ancora di più, soprattutto intorno a Silvio Berlusconi che ancora non avrebbe sciolto le riserve su come presentarsi alle prossime politiche che, a questo punto, dovrebbero tenersi alla scadenza naturale della legislatura, quindi comunque tra meno di un anno. Di tempo non ce n’è tanto. Infatti le iniziative in questo senso stanno proliferando. Di Salvini e Meloni si sa. A questi vanno aggiunti i vari “fuoriusciti” come Gaetano Quagliariello, che nei giorni scorsi ha teorizzato l’idea di una federazione, che invero somiglia al partito unico; e poi Altero Matteoli, che ha organizzato un convegno sulla stessa linea; Raffaele Fitto e Mario Mauro, che chiedono primarie da mesi; ma anche pezzi di Ala come Lucio Barani e tutti coloro che hanno cominciato a temere che non sia più Renzi la prospettiva di un ipotetico “centro”, ma piuttosto il ritorno ad una area moderata, sì centrista ma che sappia guardare con intelligenza a destra. Per non parlare di Ncd e di Angelino Alfano, il cui futuro politico pare essere sempre meno palpabile.
In Forza Italia, però, al di là delle posizioni “ufficiali”, è stato proprio Giovanni Toti a mostrare aperture significative sulle primarie, e con lui diversi parlamentari azzurri meno ortodossi rispetto all’idea di che Berlusconi possa ancora essere la sintesi di quel mondo. Quanto alle indicazioni dei vari Giro e Gasparri, ovvero che Fi possa correre da sola o una coalizione a guida Berlusconi, si tratta ormai di scenari che sembrano oltrepassati dalla storia, e forse anche dal buonsenso.
È pur vero che anche Antonio Tajani si è espresso a favore proprio sull’idea che Forza Italia possa correre da sola. Ma è facile, e anche giustificato, che egli possa dirlo oggi, e cioè dopo aver incassato la Presidenza del Parlamento Ue, dove ha certamente il dovere della sintesi e del mantenimento dello status quo.
Forse sarebbe più salutare tentare di riaprire quel dibattito sui modelli americano e francese, cioè su quel Partito Repubblicano che sappia convogliare il meglio delle forze moderate del centrodestra, dopo un robusto e aperto dibattito, e primarie finali. Diversamente non si comprese quale potrebbe essere la prospettiva. Il 40% al momento è ipotizzabile sono attraverso la sommatoria della sommatoria, per il centrodestra come per il centrosinistra. Dunque, a meno che non ci si accontenti di stare in un angolo di Parlamento a fare opposizione (per chi entrerà), la cosa peggiore che si possa fare adesso è proprio quella di tenere la posizione a tutti i costi. Insomma, rinunciare alla “politica”, sprecando magari una grande occasione.
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