Partiti e politici
Prima studia, ignurant! (Pamphlet N. 5)
Non uno statista, non un politico, men che meno un uomo di gradevole intelligenza. In tanti anni di attività, tra militanza, azione amministrativa e opposizione, non ha partorito un’idea, che è una, a cui si potesse prestare attenzione senza restarne sbigottiti e man mano inorriditi fino ad arrivare al disgusto. Eppure, Matteo Salvini continua a essere il leader di una destra che naviga a vista, senza bussola, che si barcamena tra una scemenza esemplare e l’altra del suo sgraziato condottiero. Gli unici spunti di riflessione, si fa per dire, che ha saputo proporre fino ad ora, dopo aver abbandonato quelli iniziali relativi al meridione e ai meridionali, vertono tutti sull’immigrazione, punto cruciale del fine osservatore per qualsiasi problema di ordine politico, sociale, economico, salutare e, chissà, forse anche meteorologico.
Supportato da una consistente parte dell’informazione, ha cercato di far credere a quanta più gente possibile, che, senza stranieri, non solo saremmo più ricchi e felici, occupati e soddisfatti, rilassati e sicuri, e avremmo treni più puliti e profumati, scuole funzionanti, locali accoglienti e divertenti, ma saremmo anche più sani e belli. Secondo quest’uomo, che tra due giorni cercherà di far proseliti nel cuore della Magna Graecia, ad Agropoli, chora pestana, la specie umana deve essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, sì che un popolo possa essere considerato superiore o inferiore a un altro. Il medesimo criterio di distinzione è stato attuato dal suo partito, salvo ometterlo all’occorrenza, per determinare una superiorità morale dei padani nei riguardi dei “meridios”. E, si pensi, in questo delirio di ignoranza sconcertante, i leghisti e il loro capo contemplano la salvezza del nostro paese e degli italiani.
L’elemento xenofobo e razzista, dunque, come antidoto contro ogni forma di male e di malattia. Naturalmente, il tentativo di alimentare un clima pesante e insicuro per favorire un sensazionalismo comunicativo e politico dissennato, oltre a risultare spregevole, si copre spesso di ridicolo. E il potere impersonato da Salvini può essere anche goffo e macchiettistico, oltre che ripugnante. Quest’uomo, che sarebbe tecnicamente un egregio “pirla”, e, che in nessuna epoca del passato avrebbe potuto aspirare a essere “classe dirigente”, rappresenta nella sua oscenità, quanto di meglio la trascuratezza culturale offre tra la sua vasta gamma di trasandatezza. Parlare ai cilentani, terra di briganti, che da sempre sono abituati ad ascoltare Parmenide e Zenone (la scuola eleatica è nata qui), non sarà agevole, tanto più che il sottoscritto, ultimo abitante di quel territorio, fa parte del “Comitato d’accoglienza per Salvini”. Naturalmente, nel pieno rispetto della democrazia, questa volta Salvini, sarà accolto con tutte le accortezze e i riti del caso. Siamo gente ospitale, noi. E, soprattutto, aperti al dialogo.
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