Partiti e politici
“Presidente lei è comunque indirizzato alla guida dello Stato” (P. Rossi – 1993)
Il primo dell’anno, da queste pagine, avevo preannunciato la candidatura di Silvio al Quirinale, buttandola sul lato artistico, trash post-moderno. Come un’espressione teatrale surrealista, come una boutade del cinema dei fratelli Vanzina. Avevo suggerito di lasciar stare la politica, quella importante, nobile, alta. Defunta e collassata da così troppo tempo dall’apparire quasi evanescente una sua riesumazione per l’occasione. Con il passare dei giorni, ciò che poteva apparire come un “disegno” onirico, una raffigurazione da “Grande Fratello” è diventato il pane quotidiano della politique politicienne e dei media più accreditati. Il Cavaliere dal 1994 rimane sempre al centro della querelle. Così, se da un lato qualcuno ha iniziato a raccogliere petizioni contro la sua possibile elezione, altri si sono messi a fare i conti per davvero. E lui sembra, così ci raccontano le cronache, che stia cavalcando la tigre come da tempo non gli capitava. In fin dei conti bastava fare una minima analisi della sua figura pubblica, da un punto di vista psicologico, per capire che il Quirinale sarebbe davvero stata la sua sesta Champions. Il coronamento della sua avventura umana. Il punto ora però diventa delicato, perché Silvio è un uomo che si sta affezionando all’idea. La personalità è nota. Un’eventuale debacle potrebbe avere effetti collaterali non ipotizzabili. Come quella notte del 1991 quando Adriano Galliani, all’epoca Ad del Milan, a Marsiglia contro l’Olympique, sotto di un goal, ordinò ai suoi giocatori di uscire dal campo e abbandonare la partita perché uno dei riflettori dello stadio non illuminava più a dovere. Seppur nessuno mai l’ammise, tutti pensarono che a dare l’ordine fosse stato direttamente Berlusconi. Nel 1993 Paolo Rossi, nei suoi monologhi, anticipò tutti nel monologo-canzone “Squadrone” che si concludeva proprio anticipando il funesto o straordinario (a seconda della prospettiva) epilogo del Cavaliere e del nostro Paese: “Presidente lei è comunque indirizzato alla guida dello Stato”. Suvvia, nel cabaret siamo i migliori. Fatevene una ragione.
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