Partiti e politici
Poca politica troppo Burioni
Sabato 17 novembre Dario Corallo ha tenuto il suo discorso di candidatura di fronte all’assemblea nazionale del PD. Non è certo questa la notizia di cronaca, perché il giovane democratico avrà ben poche speranze di riuscire nel suo intento, ma piuttosto è interessante cogliere la reazione politica al suo intervento, che potete ascoltare integralmente cliccando qui.
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A seguito delle sue parole, pare incredibile, ma sì è sollevato un polverone su un brevissimo passaggio retorico in cui Corallo fa un’analogia tra il Dott. Burioni, famoso per il suo tono caustico con cui risponde ad alcuni commenti antivaccinisti, e la sicumera con cui il PD si è posto di fronte a certe politiche economiche, in contrasto con una certa visione di sinistra e prese come se fossero dati scientifici, da cui l’analogia del candidato per evidenziare, a suo parere, che questo atteggiamento verso elettori delusi dal sistema abbia prodotto un loro allontanamento e la crisi del partito. Ecco, sorprende che di più di 12 minuti di intervento, quindi se vogliamo nemmeno troppi, ci si sia concentrati su una questione del tutto superficiale e non si sia entrati nel merito della critica. Ciò può spiegarsi con il fatto che la narrazione ormai spesso prende piede sul web e dal web. Così il Dott. Burioni chiamato in causa ha risposto, e si sa che sulla rete non contano tanto le argomentazioni, quanto l’apparenza. Di twitt in twitt si passa a un video tagliato di Corallo in cui il passaggio fuori contesto può scatenare l’esercito dei fan di Burioni, contro l’impavido giovane e chi prova a difenderlo; per di più con una modalità e un’ottusità nel non comprendere il messaggio, magari a seguito di scarsa informazione, da non renderli troppo distanti da quegli somari antivaccinisti, da loro tanto scherniti.
Ecco questa deriva della narrazione non solo delude, ma fa pure rabbia che una persona che utilizza delle parole finalmente di sinistra, quando non venga del tutto ignorata per la polemica, sia tacciata di populismo o anche, in completa confusione, accomunata al M5S o alla lega. Questo apre a una critica ancora più ampia alla narrativa mediante cui il PD conduce la sua propaganda politica e a quali soggetti essa si rivolge; in quanto se l’accettazione acritica spesso è associata con la demagogia allora è a questa che va ricondotto l’atteggiamento difensivista da parte dei commentatori ed elettori del partito democratico che han fatto orecchie da mercante in questa vicenda.
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Ciò non fa che rafforzare l’argomento, anche banalizzato per esigenze tempistiche, di Corallo di come la meritocrazia, il liberismo, la narrativa liberale tout court sia ormai a distanza siderale dalla maggior parte della popolazione, che da questa non ha tratto i benefici scientamente promessi, in quanto intrinsecamente esclusiva e per questo ormai in crisi nelle urne di quasi tutto il mondo occidentale. Anche funzionasse, il merito, questo non potrà che avere un riverbero classista nel premiare i migliori, e già questo si può dibattere quanto si accordi con dei valori di sinistra. Ma tutti gli altri? Evidentemente nell’ottica dei democratici non più socialdemocoratici, agli altri sarà destinata una vita insoddisfacente, e il consenso al partito di questo ne ha tenuto conto. La gente, spesso considerata ignorante e sciocca, che vota di pancia, a cui si chiede di tacere e studiare, si è accorta di voler qualcosa di diverso dall’insoddisfazione, e forse sarebbe bene che anche i dirigenti PD prendano atto che l’economia non è scienza perfetta, e molti discorsi sono possibili a seconda di chi vadano i benefici; peccato che questa volta quando qualcuno l’ha fatto loro notare non è andata bene.
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