Partiti e politici
“Pilly contro Minnie”, la comica crociata del senatore leghista contro la Disney
Se non ci fossero sullo sfondo un lauto stipendio da Senatore della Repubblica Italiana e un partito politico che fino a poche settimane fa esaltava quel criminale di Vladimir Putin, “Pilly contro Minnie” potrebbe essere il titolo di una serie che appassionerebbe i giovanissimi di tutto il mondo. Perché la crociata del “politico” leghista contro la Disney, colosso americano che muove qualcosa come sessanta miliardi di dollari di fatturato, sembra davvero una storia inventata, il delirio di uno sceneggiatore assuefatto di funghetti allucinogeni che si ispira a un’autobiografia di Mario Adinolfi.
Si sa, Pilly ha una certa ossessione per tutto ciò che riguarda gli omosessuali dichiarati e da anni ci ha abituati alla sua omofobia involontariamente comica. Il suo occhio vigile e attento riesce a ormai a infilarsi sotto le lenzuola di atleti, cantanti, attori e – ovviamente – personaggi dei cartoni animati. E no, non guardate con terrore là sotto, era solo una metafora. L’ultimo atto impuro a scomodare il leghista col papillon devoto al sacro cuore di Maria, è stato un bacio omosessuale prima censurato e poi reinserito nel film d’animazione “Lightyear – La vera storia di Buzz”, atteso prequel di Toy Story che uscirà nelle sale il prossimo 17 giugno. L’effusione tra due personaggi femminili del lungometraggio ha mandato su tutte le furie il povero Pilly che su Facebook ha tuonato: «La Disney, che per anni è stata uno strumento di intrattenimento, è ormai diventata apertamente veicolo per trasmettere le ideologie gender ai bambini. Dal bacio gay al gay pride di Eurodisney, è evidente il totale asservimento all’agenda LGBT. Vergogna. Non avranno più un centesimo né da me né dalla mia famiglia» (gli accenti dei “né” li ho corretti io, come al solito quelli che “prima gli italiani” hanno problemi con la lingua italiana…). E dire che il nostro non deve ancora aver scoperto che, proprio su Disney+, dal 13 aprile, è disponibile la serie “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek, prima produzione italiana distribuita in tutto il mondo in cui, già al secondo episodio, due personaggi interpretati da Ambra Angiolini e Anna Ferzetti faranno sesso dentro una vasca da bagno.
Possiamo solo immaginare il caos a Wall Street dopo il post su Facebook di Pilly a mercati azionari aperti: il terrore che deve aver attraversato i corridoi della multinazionale statunitense di fronte alla prospettiva di un così drastico crollo degli utili. Come prevedibile, terrorizzati dallo spettro del fallimento, i vertici dell’azienda hanno preferito non rispondere, sperando che la cosa finisse lì, che il terribile crociato verde fosse distratto dal disegnino regalatogli dalla figlia per la festa del papà. A proposito: a dire del padre, la piccola frequenterebbe un asilo “degenderizzato”; non sappiamo cosa voglia dire e forse è meglio non indagare. L’azienda presieduta da Susan Arnold non poteva però prevedere che la conservatrice Fox News pubblicasse il commento di una madre indignata contro le “tattiche della sinistra” nei cartoni Disney e che quel contenuto riuscisse a collezionare ben cinquantamila “like” su Facebook. Ad onor del vero, molti dei like sotto quel post e la maggior parte dei commenti sono sberleffi contro la donna, ma a nobilitarne l’opinione è arrivato proprio Pilly, che condividendo lo screenshot in cui sono ben visibili le tante “risatine” degli utenti ha rincarato la dose: «Oltre 50 mila persone mettono il like sulla notizia di una madre che ha detto addio alla Walt Disney dopo la svolta LGBT. Dove non arriva il buon senso arriveranno i bilanci. “È tempo di dire addio alla Walt Disney se vuoi proteggere i bambini dalle tattiche della sinistra”. I bambini vanno cresciuti, non indottrinati».
Un disastro: un colpo mortale alla reputazione dell’azienda che ora, per risalire la china, probabilmente sarà costretta a produrre la serie animata “Pilly contro Minni”, una favola sovranella in cui dei paperi incappucciati tortureranno Qui, Quo e Qua strappando loro le penne fino a far confessare loro il peccato di sodomia. La povera Minni, nella terza puntata, sarà avvelenata con del veleno per ratti perché accusata di stregoneria e Pilly, nuovo eroe amato dai bambini di tutto il mondo, vivrà in un deposito pieno di rubli espropriato al povero Zio Paperone che passerà gli ultimi giorni legato al letto di un manicomio criminale ricoperto dai suoi escrementi. Non mancherà il merchandising: il pupazzo a grandezza naturale di Pilly sarà venduto negli store di tutto il mondo e saranno organizzate visite guidate a Palazzo Madama per ammirare l’originale.
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