Partiti e politici
Pig-Gate: le bravate giovanili possono costarci caro?
David Cameron avrebbe infilato una “parte intima del proprio corpo” nella bocca di un maiale morto, secondo quanto riportato dal libro biografico non ufficiale “Call me David”, rilasciato dall’ex tesoriere Tory Lord Michael Ashcroft. I fatti risalirebbero al 1980, quando l’attuale premier studiava ad Oxford e avrebbe preso parte a questo trasgressivo rito d’iniziazione per entrare nella prestigiosa Piers Gaveston Society.
La notizia, come era prevedibile, ha scatenato scalpore in Gran Bretagna, terra notoriamente conservatrice e madre delle prime comunità puritane e quacchere. Se i broadsheet non hanno dato troppo risalto, lo stesso non si può dire per i popular newspaper, che stanno cavalcando la voglia di informazioni, coadiuvati massivamente dalla ormai classica ironia dei social network.
Il “pig-gate”, come è stato chiamato dai giornalisti di oltremanica, è solo l’ultimo degli scandali che colpiscono Premier e capi di stato. A Bush venne imputato di aver usato cocaina ai tempi dell’università, così come Obama venne criticato per aver fatto elevato uso di marijuana sempre negli anni universitari.
Nonostante la grande rilevanza data a questo evento, sicuramente piccante e potenzialmente degradante della credibilità di Cameron, la maggior parte (62%) dei britannici pensa che sia irrilevante e non dovrebbe in nessun modo influenzare l’opinione pubblica, secondo un sondaggio condotto da YouGov. Meno importante a livello economico e internazionale del Wolkswagen-gate che sta tenendo banco nell’agenda dei media in questi giorni, il pig-gate mette al centro una questione importante: può una bravata adolescenziale, una trasgressione compiuta all’università, un’errore giovanile, avere ripercussioni per tutta la nostra vita, soprattutto se si diventa personaggi d’interesse pubblico? Proprio il passato, soprattutto giovanile, di un politico è spesso potente arma per attaccarlo.
I Britannici pensano, tendenzialmente, di no. E argomentano dicendo che David Cameron non ha commesso nulla che possa inficiare negativamente la sua immagine di uomo di stato. In altri termini, non ha evaso le tasse, non ha sprecato denari pubblici, non ha mentito sui propri studi, non ha insultato nessuna minoranza, non ha corrotto nè si è fatto corrompere da nessuno. Quello che ha fatto nella sua gioventù, insomma, non deve avere ripercussioni sulla sua attuale figura di Premier della Gran Bretagna.
Altri, il 25% sempre secondo YouGov, ritiene che il suo gesto sia descrittivo della persona, anche se compiuto 35 anni fa, e che debba essere d’interesse pubblico perchè egli è un rappresentante pubblico. Inoltre, aggiungono i critici, Cameron poteva farlo perchè ricco e di buona famiglia: se lo stesso fatto lo avesse compiuto un povero, continuano, o un emarginato sociale, sarebbe stato additato come depravato dai Conservatori stessi.
Ma al di là dell’imbarazzo, sembra che il pig gate sia destinato a durare ancora per poco, finchè i tabloid riusciranno a cavalcarne l’onda, o almeno fino a quando Cameron non rilascerà una nota ufficiale. Non pare, quindi, che la notizia possa influire sul congresso del Partito Conservatore che si terrà a Manchester tra il 4 e il 7 Ottobre. Soprattutto, i sudditi di sua maestà hanno l’attenzione spostata verso questioni più scottanti: l’immigrazione, il problema delle case, il Grexit e l’inflazione.
Resta il fatto che il periodo liceale e universitario è quello in cui si fanno le prime esperienze e le trasgressioni. Negli ultimi anni molti politici hanno fatto “coming out” sul proprio passato “scandaloso”. Fumare marijuana, partecipare a orge, provare droghe, fare riti d’iniziazione imbarazzanti. Un tabù che nel mondo della politica si sta infrangendo. Infatti, ciò che si fa a 20 anni non può descrivere e determinare l’intera vita di una persona, diventando una potenta arma di ricatto politico. Perché di “revenge“, vendetta, parlano i Britannici: quella di Lord Ashcroft nei confronti del Premier, ovviamente per motivi interni al partito conservatore.
Ma gli errori di gioventù di questo tipo non possono influenzare tutta la nostra vita, come scheletri nell’armadio che non verranno mai rimossi. E anche il puritano e politically correct Regno Unito pare averlo compreso. Certo, parlare di questo scandalo, fa vendere bene i giornali. Questo i tabloid l’han capito.
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