Partiti e politici

Per la responsabilità civile dei magistrati

20 Giugno 2019

 

Parlare di responsabilità dei magistrati significa ricordare Enzo Tortora e il suo impegno per il successo del referendum promosso nel 1987,  affinché i magistrati potessero essere chiamati a rispondere non già degli “errori giudiziari”, ma dei danni procurati ai cittadini per colpa grave,imperizia, dolo.

Il referendum fu vinto con oltre l’80 per cento di “sì”, ma un Parlamento corrivo con la corporazione togata si affrettò a tradire quel voto, varando una legge (13 aprile 1988, n. 117, cosiddetta legge Vassalli),seppur recentemente modificata( legge 27 febbraio 2015 n.18).

Essa nella sua struttura ed intelaiatura è sempre a tutela dei Magistrati.

Infatti l’azione  risarcitoria,da provarsi rigorosamente e solo dopo aver consumato tutti i mezzi di impugnazione tali che possa dimostrarsi come il giudice abbia agito con colpa grave o dolo, si può esperire solo  contro lo Stato( presidenza del Consiglio dei Ministri art.2) che successivamente si potrà rivalere contro il Magistrato colpevole(art.7).

Non è perciò possibile l’azione diretta contro il giudice colpevole, nonostante che sia incipiente il suo errore o il suo dolo.

a)Dunque se un medico sbaglia, è tenuto a risarcire il paziente e la sua famiglia;

b)se un avvocato erra,deve invocare la sua polizza assicurativa ( e molti colleghi aguzzini sono diventati esperti e ne stanno facendo un mercimonio con filoni a nastro di queste azioni);

c)ma se sbaglia un magistrato,protezioni, filtri, guarentigie sono stati predisposti dal legislatore a sua tutela.

Si tratta di una legge applicata raramente, perché è frustrante pensare, anche nella sua interpretazione estensiva,che sia possibile vedere punito un magistrato.

1-Se dunque fallisce una società che non era in stato di decozione.

2- Se ingiustamente viene detenuto un innocente, con un’applicazione indecorosa delle misure cautelari.

3- Se si dimostra in sede esecutiva che l’azione della banca era contro la legge,perché per esempio il credito sotteso sia usurario e dunque la casa non andava venduta all’asta: chi paga degli errori commessi?

In queste ore stiamo assistendo a come la Magistratura stia perdendo prestigio e dignità e come la politica e la casta dei Giudici si scambino favori reciproci per il conseguimento di un regime di impunità.

Ma corre un paragone storico ineludibile: come i politici a seguito di Mani Pulite rinunciarono con una riforma costituzionale all’immunita’ parlamentare, allo stesso modo bisogna scardinare da posizioni di potere acquisite ed intoccabili la casta dei Magistrati.

In alternativa si ritorni allo spirito del referendum di Enzo Tortora, per debellare privilegi non più accettabili.

Ma chi punì Tortora ha fatto carriera.

Biagio Riccio

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