Partiti e politici
Pat, il rondinotto e la brutta gaffe sulla razza in estinzione
«Siamo un Paese che rischia tra qualche decennio di non avere più ragazzi italiani. Se uno vuole continuare la nostra razza, se vogliamo dirla così, è chiaro che in Italia bisogna iniziare a dare un sostegno concreto alle mamme e alle famiglie. Altrimenti si rischia l’estinzione».
No, la frase riportata non è stata pronunciata dal presidente di Casa Pound all’apertura delle commemorazioni di Joseph Goebbels, ma da Patrizia Prestipino, per gli amici “Pat”, responsabile del dipartimento del Partito Democratico per la difesa degli animali. Insegnante, ex presidente del municipio Eur Laurentino di Roma ed ex Assessore allo Sport al Turismo e ai Giovani della Provincia di Roma, Pat è stata intervistata da Radio Cusano Campus fresca di nomina nel nuovo esecutivo voluto da Matteo Renzi per rilanciare l’immagine del Partito Democratico in vista delle prossime scadenze elettorali.
E dire che l’intervista era iniziata anche benino, con la neo dirigente che ha spiegato il senso del ruolo a lei assegnato e le prime incombenze che la attendono nelle prossime ore: «Domani c’è la prima riunione con Matteo Renzi e che siccome ho salvato ieri un cucciolo di rondine devo trovare qualcuno cui affidarlo per le prossime ventiquattr’ore. Ho trovato questo rondinotto andando verso il mare. Arrancava su una salita, l’ho salvato. Speriamo riesca a sopravvivere. È denutrito, non ce la fa a volare. L’ho raccolto, l’ho messo in una scatola, ora lo sto aiutando. Ieri sera ha mangiato, ma stamattina ha rifiutato il vermetto».
Fino a qui nulla di strano, si fa per dire. I problemi arrivano quando alla responsabile del dipartimento animali viene chiesto il senso del ruolo assegnato alla collega Titti Di Salvo, la tanto discussa responsabile del dipartimento mamme. A quel punto, forse a causa del caldo, forse perché preoccupata per la salute del rondinotto, ecco la gaffe. Pat si scusa qualche ora dopo con un comunicato dove dichiara di aver usato il termine “razza” in maniera del tutto erronea, ma ormai la frittata è fatta.
Verrebbe ora da chiedersi se quello di Matteo Renzi non sia stato l’ennesimo azzardo. Dover controllare le uscite di quaranta capi dipartimento per quasi un anno potrebbe richiedere uno sforzo non indifferente. Di tutti loro, Pat è una delle mine vaganti più pericolose, basti leggere un passo della sua biografia: “Una volta mi rubarono l’autoradio vicino alla scuola e, vedendomi costernata, uno dei miei ragazzini mi dice: «prof tranquilla, jela ritrovo io, so chi è stato». E il giorno dopo, riconsegnandomi orgoglioso la refurtiva, mi dice: «a professorè nun me deve ringrazià… lei m’ha fatto conosce Leopardi ma a me chi altro me la dava ‘sta possibilità?! Guai a chi la tocca!». Ancora oggi, a ripensarci, mi salgono le lacrime agli occhi”. Lacrime a parte, forse sarebbe stato il caso di approfondire il rapporto tra lo studente e le bande criminali del quartiere Eur di Roma, ma Pat è così, vive di emozioni. In attesa della sua prossima gaffe, non ci resta che fare gli auguri di pronta guarigione al rondinotto che ha salvato. Che possa presto tornare a mangiare il vermetto per poi volare via e tornare tra i suoi simili. Con quelli della sua razza, se vogliamo dirla così…
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