Partiti e politici
Olanda: Jesse Klaver e la forza dell’empatia
Proiezioni ormai consolidate, per le attese elezioni olandesi, vedono il VVD del premier Rutte a 31 seggi, confermando il primato pur perdendo 10 parlamentari rispetto al 2012. L’antieuropeista PVV di Wilders ottiene 19 seggi, quattro in più delle scorse elezioni legislative, ed è tallonato da cristiano democratici e liberali di sinistra. L,a crescita più impressionante, mentre crollano i laburisti, è quella dei Verdi di sinistra, che passano da 4 a 16 seggi. Il protagonista di questa affermazione, Jesse Klavier, lo trovate raccontto qui sotto, proprio alla vigilia del voto.
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Gran parte dell’attenzione mediatica in questi giorni è concentrata sull’ascesa del candidato euro-scettico Geert Wilders. Lontano dalla cronaca internazionale, c’è un trentenne che sta facendo scintille: Jesse Klaver, leader dei GroenLinks (Sinistra-Verde). Pochi giorni fa, Klaver ha riunito più di cinquemila attivisti alla Afas Live di Amsterdam confermando la sua capacità seduttiva. Si è perfettamente posizionato nello scenario politico olandese: ha riempito lo spazio lasciato scoperto dai laburisti in forte crisi di consenso e si è imposto come un antidoto alla retorica di Wilders.
JESSE KLAVER. Nato nel 1986 nella periferia di Roosendaal da padre di origine marocchina e madre olandese-indonesiana. Sposato con due figli. A 20 anni entra a far parte dell’organizzazione giovanile dei GroenLinks e nel 2009 diventa leader dell’unione dei giovani del sindacato olandese Cnv. Nel 2010 si dedica alla stesura del manifesto elettorale dei GroenLinks, si candida e viene eletto. Si forma il primo governo di Mark Rutte guidato da un’alleanza con il CDA e con l’appoggio parlamentare del PVV di Geert Wilders. Il 21 aprile 2012 il PVV ritira il suo appoggio all’esecutivo, provocando la crisi di governo. Nel 2012 il giovanissimo Klaver guida la campagna elettorale del suo partito e viene rieletto. La sua battaglia contro l’evasione fiscale delle grandi multinazionali attirerà l’attenzione dei media. La svolta nella sua carriera politica arriva il 12 maggio del 2015 quando il leader dei GroenLinks Bram van Ojik gli passa il testimone.
L’EMPATIA AL POTERE. Jesse Klaver è non solo un bel ragazzo trentenne definito dalla stampa mondiale come il Justin Trudeau olandese, ma anche un’acuta mente politica. L’attuale scenario politico olandese parla di una sfida tutta spostata a destra: i laburisti che nel 2012 erano la seconda forza del paese hanno avuto un crollo di consensi. Gli elettori hanno punito la loro alleanza con i liberali di Rutte e le misure impopolari che ne sono conseguite come l’innalzamento dell’età pensionabile e i tagli al welfare. Jesse Klaver recupera con decisione un programma politico di stampo welfaristico. Il suo programma poggia su una riforma fiscale da 27 miliardi: «tassando ciò che non vogliamo» come l’evasione fiscale, le produzioni inquinanti e il lavoro precario e detassando il lavoro («ciò che vogliamo») per renderlo più vantaggioso. Tassazione del lavoro a tempo determinato senza che venga sostituito completamente e incentivi fiscali al lavoro a tempo indeterminato per un totale di 20 miliardi. Programma chiaro basato sull’idea che la retorica di Wilders non è frutto di differenze culturali, ma di disparità socio-economiche. Geert Wilders ha impostato tutta la sua campagna richiamando il concetto di identità e la sua retorica è rafforzata anche dal fatto che vive da anni sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte per le sue posizioni integraliste. Klaver fa altrettanto: impone la sua identità frutto di multiculturalismo e richiama con forza l’identità e i valori olandesi: non più l’Olanda chiusa di Wilders, ma l’Olanda tollerante e aperta. «L’Olanda si basa sui valori come l’empatia, la libertà e la tolleranza. Il mio messaggio a Geert Wilders e a tutti i populisti è: voglio il mio paese indietro». Una visione ottimista e progressista con connotazioni nazionali. I toni della campagna elettorale seguono le note della paura? Klaver contrappone le immagini di persone felici. Gli avversari mostrano un mondo in crisi, pieno di terrore? Klaver contrappone manifestazioni con atmosfera ottimistica. Toni urlati e infuocati? Klaver contrappone un linguaggio pacato e dolce. Il leader dei GroenLinks offre una nuova retorica sfacciatamente idealistica basata sull’empatia e una nuova visione della politica progressista in contrapposizione al paradigma dell’economicismo che, secondo l’esponente dei Verdi, ha trasformato non solo le scelte economiche, ma anche quelle politiche in un banale calcolo di benefici-costi mettendo da parte i valori non misurabili, ma fondamentali.
CONCLUSIONE. In Olanda ci sarà probabilmente una sorpresa: saranno i GroenLinks. Secondo i sondaggi, Klaver potrebbe riuscire addirittura a quadruplicare i 4 seggi in Parlamento, portandoli a 18. Il leader dei GroenLinks si è mostrato profondamente diverso da tutti gli avversari che competono nell’arena politica olandese. Ha lanciato nuovi codici politici e secondo i sondaggi sarà premiato. L’antidoto a Geert Wilders c’è ed è un ragazzotto di trent’anni che scalda i cuori con una nuova narrazione politica.
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