Partiti e politici

Nuovisti rampanti e vecchia sinistra: il Pd di Renzi ha ancora due teste

9 Gennaio 2015

È giunto di momento di analizzare il Partito democratico, e in generale il mondo che ancora possiamo definire di sinistra,  e la sua composizione sociale. Dal profilo dei simpatizzanti infatti è possibile ricavare indirettamente il profilo valoriale a cui attinge questa fondamentale forza politica del paese, oggi in posizione di governo. Un esercizio utile è quello di confrontare il gradimento nei confronti del partito con quello nei confronti del premier.  Ne emerge un ritratto singolare, in cui il premier traccia le linee di una base sociale ben diversa da quella del suo stesso partito. Èmolto interessante rilevare come le differenze interne non siano di tipo quantitativo e non ci sia un’alternativa tra l’essere più o meno di sinistra (per quanto a posteriore la si potrebbe costruire). L’eterogeneità interna non si legge attraverso le lenti tradizionali dell’ideologia. Si tratta invece di differenze sociali che rimandano a una struttura di valori che non è più compatta e coesa ma dispersa e riconducibili a tre grandi aree. Prima di entrare nel merito vale la pena segnalare alcune macro differenze socio-demografiche.

I fan del premier sono mediamente più donne,  ricchi e giovani (ma non giovanissimi), e concentrati al nord. Rispetto alla media del Pd chi valuta la sua appartenenza al Pd attraverso all’adesione al suo leader mostra in generale una maggiore affinità con gli elettori del centrodestra, esprimendo un  accordo ad affermazioni come: «Il più delle volte fare i furbi conviene» (lo pensa il 55% dei fan di Renzi contro il 50% degli elettori del Pd), «Le persone di colore sono poco di buono» (lo pensa il 28% dei fan di Renzi contro il 21% degli elettori del Pd), «Le aziende devono essere libere di licenziare» (lo pensa il 45% dei fan di Renzi contro il 38% degli elettori del Pd).  Ma non è l’ideologia la principale chiave di lettura.

È tutto un mondo socioculturale che rimanda a quella che abbiamo chiamato società liquida, fatta di pragmatismo e individualismo e si esprime con le corresti socioculturali rilevate da Atlas, lo scenario condotto annualmente da Episteme: tecnologia, ricerca del nuovo, ricerca di emozioni, narcisismo, globalizzazione, incertezza, attenzione alla moda, assenza di vincoli.

Se ci rivolgiamo invece agli elettori più legati al partito che al suo leader troviamo un universo di valori completamente diverso, ancorato a una dimensione etica  e a un modello di stato sociale tradizionale: aspettative decrescenti, altruismo, culto della natura, egualitarismo, frugalità, consumerismo, morale civica

Sono due anime molto diverse, una più giovane, disincantata ma anche dotata di spirito di iniziativa e proattività, e l’altra più rassegnata e ancorata alla tradizione. Come stanno insieme queste opzioni che possono sembrarci alternative? Grazie a valori ponte condivisi ampiamente che costituiscono ad oggi il primo elemento di coesione della sinistra del paese. Si tratta in generale di un appello libertario, che va dalla libertà di espressione, alla parità di genere, alla laicità, al cosmopolitismo, alla difesa dell’ambiente.  Un appello ai diritti e ai doveri come presupposto fondamentale di una cittadinanza attiva, consolidare la matrice valoriale comune potrà essere fondamentale per supportare e far crescere l’identità del partito di governo, ma non senza una più ampia contaminazione culturale capace di trovare nuovi fili conduttori e nuovi principi e orizzonti a cui improntare il suo operato.
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