Partiti e politici

Nonostante tutto, i 5 stelle rimangono in testa

16 Febbraio 2018

Ce la mettono tutta, sembra di poter dire, alcuni attivisti del M5s, per far perdere consensi al loro movimento. Finte auto-riduzioni, iscrizioni alla massoneria, ora anche il crollo delle strade romane senza che la giunta muova un dito in fatto di prevenzione. Ma a nulla servono questi costanti tentativi di mettere in cattiva luce la proposta pentastellata. I 5 stelle rimangono invariabilmente la forza politica più gettonata dagli italiani.

Oggi è l’ultimo giorno utile per pubblicare le tendenze di voto, così come emergono dai recenti sondaggi. E un po’ tutti gli istituti di ricerca che tentano di vaticinare il prossimo responso delle urne hanno reso noto le loro profezie. Vediamo allora, parlandone per l’ultima volta prima della serata del 4 marzo, quali sono i pronostici più rilevanti.

Iniziamo dalla graduatoria dei partiti, cui spettano nel Rosatellum i due terzi dei seggi complessivi. In pole position, impermeabile come si diceva a tutte le campagne di stampa sfavorevoli, resta il Movimento 5 stelle, accreditato da percentuali di voto che oscillano tra i 28 e i 30 punti. Nel 2013 il movimento fondato da Grillo era sottostimato da tutti i sondaggi; nel 2014 era invece sovrastimato; in questa occasione è probabile che risulti alla fine intorno a questa quota di consensi.

Il Partito Democratico, in costante calo da almeno sei mesi, è accreditato oggi di un favore degli elettori compreso tra il 22% e il 24%. Difficile che vada significativamente più in ribasso ancora, stante il fatto che una parte dei numerosi indecisi di centro-sinistra alla fine non potrà che votare per quel partito, forse pensando più a Gentiloni che a Renzi.

La lotta per la supremazia nel centro-destra dovrebbe risolversi a favore di Forza Italia, che quasi tutti danno stimano intorno al 16%, con possibilità forse di una ulteriore piccola crescita, mentre la Lega (non più Nord) di Salvini viene data vicino al 13%, con qualche oscillazione, in attesa di capire se riuscirà a convincere una quota significativa di elettori meridionali, un tempo molto sbeffeggiati dalla Lega di Bossi. Fratelli d’Italia prenderà, dicono i sondaggi, tra il 4 ed il 5%.

Liberi e Uguali vengono previsti in leggero calo, rispetto alle buone performance (virtuali) iniziali. Dovrebbe ottenere una quota di voti dell’ordine del 6%, laddove pare in costante crescita, sopra al 3%, la lista +Europa di Emma Bonino, che potrebbe sfruttare l’opzione anti-Renzi di una parte di antichi elettori del Pd.

Per quanto riguarda le coalizioni, nella parte maggioritaria del Rosatellum, decisamente in testa il centro-destra, con oltre il 35% dei consensi, che otterrà un numero di seggi uninominali alla camera sicuramente superiore a 140 dei 232 totali, lasciando al centro-sinistra e ai 5 stelle i restanti 90-100 seggi a disposizione. La competizione maggiore, come molti hanno puntualizzato, sarà nelle regioni meridionali tra centro-destra e M5s: dal risultato in quei collegi incerti del sud del paese, si potrà capire se la coalizione di Berlusconi potrà davvero pensare di governare da sola, o sarà viceversa costretta a ipotizzare governi di larghe (o larghissime) intese, in attesa di nuove elezioni.

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