Partiti e politici
Non solo Calenda e Renzi: incompatibili anche i loro elettori
Molto si è scritto, da quando (e non è trascorso nemmeno un anno) Calenda e Renzi si sono associati per formare quella vagheggiata nuova forza politica che sarebbe (stata) destinata a rappresentare il Terzo Polo della politica italiana. Al di là della facile ironia, visto che la terza forza del panorama nostrano è ancora rappresentata dal Movimento 5 stelle, i protagonisti dell’unione tra Azione e Italia Viva pare siano in questi giorni in costante collisione, sebbene mascherata qua e là da improbabili smentite, o da attenuazioni della imminente separazione.
Una proposta che non ha sfondato, nel cuore e nelle menti degli elettori: quasi impossibile affermare il contrario. Dopo una prima uscita per certi versi beneaugurante benché non proprio vincente, alle politiche di settembre dello scorso anno, ci si aspettava, per poter avere un futuro positivo, una costante crescita sia nelle settimanali rilevazioni demoscopiche, sia nelle successive consultazioni amministrative sia, soprattutto, in una crescita di rilevanza all’interno dell’agone politico italiano. Con proposte, nuove idee di alleanze, interazioni importanti con le altre forze politiche locali, nazionali o internazionali. Insomma: qualcosa che lasciasse un segno, un segnale di decisa innovazione.
E invece? Soltanto qualche intervento sporadico che non ha certo lasciato segni indelebili, una litigiosità più o meno accentuata con tutti, anche con i provvisori compagni di strada, proposte politiche poco rilevanti e, oltretutto, un rapporto parecchio scostante tra i due leader che non si sono mai visti di buon occhio, tanto che si contano sulle dita di una mano appuntamenti o dibattiti dove entrambi fossero contemporaneamente presenti.
Mal si sopportano, come mal si sopportano, con tutta evidenza, i rispettivi elettorati. Un dato salta immediatamente all’occhio: soltanto meno del 50% dei potenziali elettori del Terzo Polo fornisce valutazioni positive di entrambi i suoi leader. Un matrimonio non ben accettato nemmeno da che avrebbe intenzione di scegliere questa forza politica. Inoltre, altro dato piuttosto indicativo, il 15% dà giudizi negativi sia di Calenda che di Renzi. Come dire: io voterei anche una forza distante dalle due coalizioni predominanti, a patto che ci siano altri leader, che non debba sobbarcarmi i due attuali.
Tra gli altri, coloro che amano solo Calenda sono più del doppio di chi ama soltanto Renzi. In caso di divisione, di ritorno cioè ai due partiti originari, la loro scelta è dunque presto fatta: se attualmente le stime elettorali potenziali vedono il Terzo Polo attestato attorno al 7-8%, poco meno del suo risultato alle ultime consultazioni, gli elettori che sceglieranno Azione potrebbe essere intorno al 4-5% dei voti validi, mentre quelli di Italia Viva arriverebbero al restante 2% o poco più.
Non è soltanto il disamore nei confronti dell’alleato-avversario che contraddistingue i due differenti elettorati. Interessanti sono le caratteristiche che li differenziano: i renziani sono tendenzialmente più anziani (oltre i due terzi sono ultra65enni), sono più presenti tra i pensionati del centro-sud del paese, risiedono nei piccoli centri e sono cattolici osservanti. I calendiani sono in prevalenza uomini, tendenzialmente benestanti, presenti in particolare nel nord o nel centro e sono prevalentemente laici, con scarsi rapporti con la religione.
Due infine sono gli aspetti che li accomunano e due quelli che li dividono in maniera significativa. Gli elementi comuni sono da una parte una decisa approvazione della figura di Giorgia Meloni, giudicata positivamente da oltre il 60% di entrambi gli elettorati, dall’altra una altrettanto decisa e speculare avversità nei confronti del nuovo leader del Partito Democratico: Elly Schlein ha un indice di gradimento limitato al 33% degli attuali sostenitori del Terzo Polo.
Ancora più interessanti sono gli aspetti che li dividono; in primo luogo, come da più parti viene sottolineato, Matteo Renzi potrebbe essere colui che potrebbe raccogliere l’eredità, quanto meno dal punto di vista elettorale, di quella forza politica “inventata” da Silvio Berlusconi e che tra poco non potrà più contare sulla sua presenza politicamente così attiva come un tempo. Ebbene, chi è più vicino a Renzi dimostra già fin d’ora un deciso afflato positivo nei confronti di Berlusconi e di Forza Italia, segno evidente che quelle ipotesi non siano poi così peregrine.
Dall’altra, i simpatizzanti di Carlo Calenda si mostrano decisamente meno distanti da Fratelli d’Italia e, addirittura, ben il 25% tra loro dichiara di auto-collocarsi nell’area di centro-destra. Con queste premesse, appare piuttosto complicato, per il Partito Democratico, tentare un’alleanza con un elettorato così decisamente differente con il proprio.
Università degli Studi di Milano
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