Partiti e politici
Non si calpestano i libri. Chiunque li scriva
L’Italia è piena di gente che Salvini non lo voterebbe mai. Ma proprio mai. Che quando passa in radio e in Tv, cambia tranquillamente stazione o canale: più di uno, probabilmente, ché impazza ovunque, nell’etere, da mattina a sera. Che sulla Rete – grande campo di gioco, per lui, al pari dell”altro Matteo’ – lascia commenti, anche netti e severi, alle sue affermazioni e prese di posizione o lo ricopre di ironia tra ‘Gattini su Salvini’ e pagine Facebook irriverenti.
Piena di gente che, pur dissentendo con la politica delle felpe verdi e del suo leader, se ne fa una ragione e aspetta le urne e le elezioni, per esprimere il proprio parere. Togliendo ogni spazio alle polemiche – spicce o plateali che siano – che tanto aiutano il leghista a mietere consensi. Fossero pure solo mediatici.
E poi, tra tutta ‘sta gente, ci sono quelli che no. Che Salvini, in città proprio non ci deve venire e, se ci viene, è bene che più prima che poi, alzi i tacchi e se ne vada. Regalandogli, di fatto, spot elettorali – di cui ringrazia, più prima che poi, rilanciando ogni contestazione sui social media – e pure la patente di paladino della libertà d’espressione e della democrazia.
A Bologna, ormai, è un grande classico. Il segretario leghista arriva – davanti a un campo rom o a uno stabile occupato o in Piazza Maggiore per l’adunata dei leader del centrodestra – e gli esponenti dei centri sociali lo contestano, tra cori, striscioni e gli immancabili scontri con le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Talvolta un fantoccio con le fattezze salviniane su un ponte della ferrovia.
Telecamere che riprendono. Cronisti che scrivono. E il segretario della Lega Nord a esprimere sdegno davanti ai taccuini, a dire che nulla lo spaventa, e a rilanciare tutto e subito sul Web.
Ieri, nella città dell’Alma Mater – l’Università più antica del mondo – in una libreria proprio sotto le Due Torri, persino lo strappo e il calpestio del libro dato recentemente alle stampe dallo stesso Salvini. Un gesto deprecabile. Che rimanda a ben altri tragici roghi. Stigmatizzabile da chiunque, e che ha raccolto – com’era normale che fosse – la critica bipartisan di politica e istituzioni.
Chissà, forse pure innalzato le vendite del volume – vista la pubblicità estemporanea – del guidatore del Carroccio. Che incassa e, forse, ringrazia l’insipienza di chi, volendo esprimere dissenso, regala – in modo becero – gratuito consenso.
E dire che dopo i ‘Gattini su Salvini’ del Web, c’era chi – tra il serio e il faceto – aveva proposto un ironicissimo e bolognesissimo ‘Tortellini su Salvini’. Magari funzionava.
(Immagine di copertina tratta dal sito www.professioneantropologo.it)
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