Partiti e politici

Non parlo di quel bimbo. Ma di loro tre sì!

30 Giugno 2017

Non voglio nemmeno citarli per nome, li troverete allineati nelle aperture dei giornali e delle news. Non mi sogno nemmeno di parlare del caso di quella famiglia, madre e padre e neonato. E non voglio lasciarmi influenzare dalle esperienze che qualcuno di noi ha vissuto sperando che chi ci è passato abbia avuto la mia fortuna.

Ma no, non posso io tacere la sorpresa, la immediata repulsione e il profondo disgusto per colui, coloro che con meditata volgarità si sono gettati in gara l’un con l’altro ad inseguire la pancia mediatica urlando all’omicidio europeo non sapendo nemmeno di quale Europa si tratti.

Non avete esitato un attimo e per un pugno di voti e con un cinismo che non ha nulla del cinismo della politica nel gettarvi a condannare una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la stessa che ha condannato più volte il Paese che avete o vorreste governare per le sue innumerevoli inadempienze. Ma a voi poveretti interessava solo “battere i pugni sul tavolo in Europa”!

Non avete considerato il lavoro dei giudici inglesi che in tutti i livelli di giudizio, in tempi rapidissimi perché consci del dolore e sempre con parole di comprensione si sono sistematicamente posti il problema, il dubbio di quale natura fosse l’interesse da tutelare, da che parte pendeva la bilancia in un caso filosoficamente antico e difficile tenendo presente che il portatore dei diritti non sono i genitori ma il bimbo. Voi, figli di un sistema giudiziario e normativo dove prevale sempre un presunto “interesse pubblico”, non avete contezza della accortezza della giustizia inglese quando discute  diritti che voi non  sapete nemmeno immaginare esistano. Leggetevi almeno ora le parole di un giudice:

“Nel prendere questa decisione, il benessere del bambino è superiore, e il giudice deve vedere la questione assumendo il punto di vista del paziente. C’è una forte presunzione in favore di una procedura che prolungherebbe la vita, ma questa presunzione non è inconfutabile”

Nel rigurgito antimodernista tra vaccini e scie chimiche non avete percezione di cosa sia per i bimbi (e i loro genitori ma prima per i bimbi) il Great Hormond Street Hospital, l’ospedale per bambini che finanzia la ricerca grazie ai diritti d’autore su Peter Pan,  e nemmeno avete letto dello scrupolo dei medici americani.

A voi interessava solo con moralismo familistico, compunti nella pietas di circostanza verso i genitori, affermare il banale sull’amore e sul rispetto per la vita sapendo che nessuno o quasi legge, nessuno o quasi si fa carico di capire le ragioni di una scelta che sarebbe stata in ogni caso dolorosa.

Ma voi non interessa quel “quasi nessuno” come non vi interessa il destino di quel bimbo, a voi interessa la pancia dei “tutti” (ma siete sicuri?) che si limiteranno a compatire i genitori e ad aver paura dello Stato, dei tribunali ( come fossero tutti tribunali italiani) e dell’Europa nella sua versione da Impero del Male animato da forze oscure quanto burocraticamente inumane.

Bene, sappiate che ai miei occhi di ultimo dei cittadini italiani le vostre parole hanno segnato un confine che non intendo valicare, un qualcosa che mi fa sentire diverso da voi: non è quel bimbo a farmi pena ma siete voi. E mi spiace mi sia rimasta solo l’arma dell’astensione perché oggi vorrei avere il coraggio di Cromwell, venire sotto i vostri miseri palchi e urlarvi le ultime parole del suo più straordinario discorso:

“You were deputed here by the people to get grievances redress’d, are yourselves gone! So! Take away that shining bauble there, and lock up the doors.

In the name of God, go!”

 

Per chi studiò francese:

Il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia! Basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave.
In nome di Dio, andatevene!

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