Partiti e politici
Niente ferie per i politici, dice la Casellati. Ma no, mandiamoli in vacanza!
Mi sono profondamente emozionato quando ho letto la dichiarazione del Presidente Elisabetta Casellati, che comunicava la cancellazione delle ferie per i nostri senatori: “Il Senato non si tirerà indietro, è questo l’impegno che assumiamo con gli italiani, in un momento così drammatico della nostra storia”. Noi dobbiamo essere grati a questa gente. È facile non andare in vacanza perché privi di quattrini. Troppo semplice. Non è un sacrifico. È una condizione. E invece loro decidono di non andarci per il nostro bene. Cazzo, un minimo di riconoscenza dovremo pure avercela, anche perché pur non facendo le ferie hanno pensato alle nostre, con il bonus vacanza. Un sistema che può essere considerato un gioiellino che “ci copieranno in tutto il mondo” e sta portando in giubilo gli albergatori che non aspettavano altro che farsi carico dell’80% del bonus che recupereranno sottoforma di compensazione di altri tributi, dopo la presentazione del modello unico nel 2021. Un capolavoro che ci sta già invidiando tutta Europa, ma che gli altri governi non sono capaci di applicare. Ma dicevamo di questa generosità che commuove e che ci deve rendere responsabili, capaci di mondare quella demagogia tipica del popolo che vede nel politico un privilegiato. Abbiamo il dovere, noi che li abbiamo votati, di essere ragionevoli e come un buon responsabile del personale si accorge quando uno dei dipendenti ha bisogno di staccare, noi ci dobbiamo assumere l’obbligo di suggerire loro il buon riposo. Mandiamoli in vacanza! È stato un periodo stressante, in continuo confronto e talvolta competizione con sindaci, governatori di regione, parlamenti di altri Paesi, con Bruxelles e poi con virologi, immunologi, primari di ospedale e cittadini lamentosi. Poche ciance qui c’è gente che ha bisogno di riposo, di vacanza, di mare, sole, insabbiature, cure termali, sesso, miorilassanti e rock end roll. Ditemi in coscienza se l’Azzolina non ha bisogno di vacanze. È provata cazzo! È convinta che la didattica a distanza abbia fatto il botto, a tal punto che non ha ancora stabilito quando si possa iniziare a tornare a scuola a settembre. E con la mascherina a un metro, a due metri, dentro il plexiglass, fuori, accanto, e fai il concorso e non fai il concorso e gli studenti che non sono imbuti da riempire, e le classi pollaio, e le galline che fan le uova. Riposo ci vuole riposo! E Boccia! Prima si è appellato agli scienziati chiedendo verità rivelate, confondendo Galli con l’Arcangelo Gabriele, Burioni con la Madonna. E poi con la genialata degli “assistenti civici” in ventiquattro ore si è preso tanti di quei “vaffa” che uno neppure in una vita intera ci riesce. Vacanza, vacanze, vacanze! E Roberto Speranza. Anche lui, ha bisogno di riposo. Perché ce la può anche fare, ma cazzo deve affrancarsi, prender colore, togliersi di dosso quella paura ancestrale che lo accompagna. Poi c’è Giggino di Maio, a cui va consigliata una di quella vacanze-lavoro, così tanto per provare nella vita almeno una volta cosa vuole dire. È d’obbligo per uno che come primo lavoro ha fatto il Ministro del Lavoro e poi agli Esteri ha quasi dichiarato guerra alla Grecia. Sono provati, stanchi, affaticati, poco lucidi. Rocco Casalino che prepara location con i tappeti rossi e poi li chiude tutti dentro una casa! Diamogli un po’ di respiro prima che organizzi un’isola dei famosi presentandoceli tutti in mutande.
E Paola Pisano, ministra Innovazione tecnologica e digitalizzazione, Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud, Nunzia Catafalco ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, mandiamoli in vacanza, mandiamoli, almeno sappiamo dove cazzo sono, visto che non vi è traccia delle loro opere neppure a spulciare nelle notizie di agenzia di prima mattina, quando non essendoci novità, si pubblicano anche le dichiarazioni degli ex deputati della Prima Repubblica. E poi Giuseppi! Il più stanco di tutti, il più provato, il più impegnato, il più bisognosi di riposo. Mandiamolo al mare su un’isola del Pacifico. Perché se nessuno lo riconosce, forse capisce di non essere Napoleone. E se non legge Scalfari che lo ha confuso per Camillo Benso di Cavour e Garibaldi e che vede in lui una somiglianza con Papa Francesco, forse riesce anche a tornare a casa ripulito di tutte queste cazzate. E poi signori un po’ di vacanza farebbe bene anche all’opposizione. Guardate Silvione che voleva essere lui Napoleone che tristezza fa assieme a quei due, che per non fare troppe figure di palta, manda avanti quel pover’uomo di Tajani che ogni volta sembra in imbarazzo come se fosse davvero in mutande all’isola dei famosi. Ed infine il Capitano Salvini, che ha perso tutti i tempi di battuta, il ritmo, che non ne azzecca più una, manco con gli occhiali. E se prima bastava che “postasse” una foto mentre mangiava un panino, una pizza, la nutella e giù applausi a non finire, ora se prova a mettersi in bocca una ciliegia, cazzo gli va di traverso. Vacanze, vacanze, vacanze per tutti. Mandiamoceli tutti!
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