Partiti e politici
Musica nuova in cucina
Schlein sì, Schlein no, Schlein forse. Schlein brutta, Schlein snob, Schlein che non ha mai lavorato (secondo Italo Bocchino), che ha studiato in scuole private costosissime (sempre secondo Italo Bocchino), eccetera. Schlein che, unica donna, finalmente guida il PD. E tutti si guardano intorno per sapere come mai un uomo sicuro di sé come Bonaccini, uomo tutto d’un pezzo, faccione simpatico e barbuto, anche sexy, non abbia avuto la maggioranza e come mai invece la fiducia sia stata riposta su una donna, pure lesbica, perbacco!
Fanno bene a guardarsi intorno. Fanno bene perché forse, finalmente, colla vincita alle primarie del PD di Elly Schlein, un sacco di persone che si erano allontanate dal partito per nausea dei soliti noti – soprattutto manager locali, di respiro assai corto, rottamatori di provincia per vocazione, che a volte fondano altri partiti tradendo la base – si sono risvegliate dal torpore e finalmente si è riaccesa una speranza.
Elly Schlein, peraltro, lo dice a chiare lettere al signor Giorgia Meloni, l’altra donna la quale però, pur essendolo, vuol essere chiamata al maschile per una bizzarra questione linguistica che conosce solo lei: io sono donna, non sono madre ma non sono meno donna di te. Che è un bel messaggio per tutte le donne che madri non sono e che per questo non debbono sentirsi incomplete o meno donne, in barba al modello del sono una donna, sono Giorgia, sono madre e sono cristiana.
Il signor Giorgia può andare pure a messa quanto vuole e sentirsi a posto colla coscienza raccontando a sé stessa e agli altri tutte le sue contraddizioni emerse nel poco tempo in cui è diventata presidente del consiglio dei ministri – e che ministri, perbacco, uno peggio dell’altro, che la imitano, nel disordine delle proprie dichiarazioni ed esternazioni – credendo di essere coerente e soprattutto intelligibile.
Elly Schlein, invece, parla di cose diverse, per fortuna. Potrà piacere o non piacere ma dal confronto femminile ne esce assai meglio perché sembra avere un respiro meno condominiale del presidente Meloni e anche di tutti gli uomini del PD ed ex-PD, che in quanto a provincialismo non battono nessuno, a cominciare dai pinocchi di Rignano per arrivare agli attuali. Ma anche dai pinocchi della maggioranza, come Italo Bocchino che dimostra di essere assai disinformato, soprattutto come giornalista, in quanto Schlein si è diplomata al Liceo Cantonale di Lugano (che è come i nostri licei statali), ha conoscenza approfondita delle lingue italiana, inglese, francese e tedesca, e si è laureata in Giurisprudenza all’Università Statale di Bologna, e, a dispetto dell’infamante accusa di Bocchino, ha lavorato come parlamentare europea, lavoro per cui si è retribuiti (anche Bocchino è stato parlamentare per molti anni e quindi dovrebbe saperlo, ma è più facile infamare raccontando bugie).
Forse anche per questo le persone comuni hanno avuto più fiducia in lei che negli uomini proposti alla guida del PD.
Musica nuova in cucina? Speriamo di sì. E speriamo anche che tutte le persone disgustate dalla politica e allontanatesi nel corso degli anni, ingrossando le enormi fila degli astenuti dal voto incomincino a riappassionarsi e a intravedere un futuro. Libertà è partecipazione, no? Chi si meraviglia e non approva l’acclamazione di Schlein dovrebbe chiedersi quanto gli altri siano stati credibili e perché poi le persone abbiano scelto una fuori dai soliti giochi di potere che ha mostrato di presentarsi, forse, con una faccia più autentica.
Dipenderà anche da ciò che riuscirà a portare avanti Elly Schlein, da quanto non sarà ostacolata dai beceri che anche nel PD non mancano (certo, sempre migliori degli insopportabili beceri in sovrannumero della destra ma comunque indigesti) e che cosa lei proporrà per dire e fare, finalmente, qualcosa di sinistra. Da quanto le persone riusciranno a fidarsi dopo le cocenti delusioni renziane e lettesche. E, soprattutto, per arginare la deriva oscena di questa destra ignorante e anacronistica che una piccola parte di elettori, altrettanto disinformata e ignorante, ha portato al potere in assenza di una classe politica vera e affidabile dall’altra parte che ha scoraggiato altri potenziali elettori. Una donna, lesbica, di origine ebrea, non credente, cittadina statunitense nata in Svizzera, colta, aperta, attenta ai diritti, antifascista, senza plastiche facciali, senza tutte quelle barriere che irrigidiscono le persone comuni, che sembra conoscere assai meglio il mondo della maggior parte dei politici italiani, imbalsamati in beghe di campanile. Le premesse per un miglioramento potrebbero, finalmente, esserci.
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