Partiti e politici
Quando Renzi diceva al Generale: “Letta è incapace”
Sono passate poche settimane dal trionfo alle primarie del 2013, e poche settimane mancano alla sostituzione cruenta e in corsa di Enrico Letta a Palazzo Chigi. Nella montagna di intercettazioni che accompagnano ogni inchiesta giudiziaria sul potere – in questo caso è quella Cpl Concordia – emerge una telefonata tra Matteo Renzi, segretario da poche settimane, appunto, e Michele Adinolfi, generale della guardia di finanza. Il generale Adinolfi è intercettato perché indagato da Woodcock, e telefona a Renzi il giorno del suo compleanno, l’11 gennaio del 2014. La conversazione è pubblicata oggi su Il Fatto Quotidiano.
Dalla telefonata si capiscono diverse cose. Anzitutto, che una strategia di sostituzione di Enrico Letta era chiara nella testa di Renzi e dei suoi da subito. Gli propongono di andare al Quirinale, di farlo non appena compiuti i cinquant’anni, ma Letta rifiuta e anche Napolitano – riferisce Renzi ad Adinolfi – sarebbe contrario perché non vuole rimanere in carica altri anni. Ci sarebbe, riferiva Renzi, una disponibilità di Berlusconi a ragionare su schemi diversi, e questo già prima che il patto del Nazareno fosse annunciato e siglato.
Questa la sostanza politica. Che solleva alcune domande. La prima, ovvia, sui rapporti tra politica e apparati di sicurezza e controllo in Italia. Non è cosa da poco, a ben pensarci, annunciare a un generale della Guardia di Finanza una strategia politica così delicata, in un momento così cruciale. La seconda, ricorrente, sull’utilizzo e la diffusione delle intercettazioni, soprattutto se non rilevanti ai fini dell’inchiesta all’interno della quale sono state disposte e realizzate. La terza, e politicamente più rilevante: la diffusione di queste intercettazioni è un avviso di attenzione per Matteo Renzi? Sta a significare che, da qualche parte, qualcuno vuole avvisarlo di qualcosa? Lo capiremo meglio nelle prossime ore e fino a domani, contando (o no) quanto e quale spazio o eco avrà la notizia.
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