Partiti e politici

Maroni gridi pure contro i migranti, tanto non ci scordiamo le inchieste

8 Giugno 2015

“Milano attende le direttive e gli invii che il Governo effettuerà. La città risponderà secondo i criteri generali”, commenta così il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca in seguito alle polemiche scaturite dalle dichiarazioni del Governatore lombardo Roberto Maroni in tema di accoglienza dei migranti. Il nordista ha nei giorni scorsi diffidato i sindaci lombardi dall’accogliere altri profughi e migranti, “altrimenti subiranno conseguenze”.

La minaccia di Roberto Maroni ai sindaci lombardi. “Ho deciso di scrivere una lettera ai Prefetti per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai Sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai Sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali, come disincentivo, perché non devono farlo e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza”.

Il sondaggio su Twitter. Una minaccia bella e buona quella del Governatore, che ha persino lanciato un sondaggio su Twitter per raccogliere le opinioni dei cittadini e alimentare la polemica: “I sindaci lombardi devono rifiutarsi di accogliere clandestini mandati da Roma. Se li prendono taglio contributi regionali. Siete d’accordo?”. Domanda furbamente aperta, quest’ultima, che ha chiaramente scatenato commenti di ogni genere e tipo; tra i più “morbidi”: “Vadano dove è stato votato il PD”, “Questi bastardi che votano PD per prendersi i favori, che si becchino pure i clandestini” e ancora “Maroni, salvaci da questa invasione”. Inutili i tentativi di chi intelligentemente prova a smorzare i toni della twitterdiscussione: “@RobertoMaroni, fa caldo a Milano oggi?”. Eh si, perché si sa il caldo annebbia le menti, un po’ come il pregiudizio.

Arriva così, puntuale, questa mattina, anche il commento del Segretario della Lega, Matteo Salvini, dopo le adesioni di Toti e Zaia, che ospite nel bresciano, rincara la dose: “Come Lega siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini”.  Dopo le ruspe pronte a spianare i campi rom, arriva la proposta “OccupyPrefetture”, quindi.

Eppure Maroni nel lontano, ma vicino marzo 2011 dichiarava sulle pagine del Corriere della Sera: “Accogliete i profughi o agiremo d’imperio”, distribuendo da Ministro dell’Interno migliaia di richiedenti asilo presso i Comuni. Eppure, sempre Roberto Maroni, non sembra essersi così interessato da Governatore lombardo al tema dell’accoglienza dei migranti, problema vivo e di difficile gestione proprio nel Comune in cui si trova la poltrona su cui siede, quello di Milano, che accoglie, ormai da un lunghissimo tempo, migliaia di profughi; si parla di circa sessantamila persone assistite, grazie all’aiuto di cittadini, volontari, associazioni, nell’indifferenza del Governo, che di soluzioni concrete fatica a trovarne.

Pierfrancesco Majorino, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Milano, risponde, prima attraverso il suo profilo Facebook e poi in un’intervista a Repubblica, alle parole di Maroni ribadendo, come fa con determinazione da mesi, che “a livello nazionale siamo di fronte a un sistema sconclusionato ed è per questo che la demagogia di Maroni trova sponda. C’è troppa confusione: a Milano arrivano profughi che sono inviati dal Viminale oppure che non sono mai stati identificati e raggiungono il Nord per andare in altri Paesi d’Europa, o ancora, che sono stati identificati e sono scappati dalle strutture del Mezzogiorno. Maroni e Alfano sono la faccia della stessa medaglia: da un lato si fomenta la guerra contro lo straniero, dall’altro è oggettivo il fatto che le forme di coordinamento nazionale in questo campo sono del tutto inadeguate”.

Nessuna lettera però ad oggi è stata inviata dal Governatore, né ai Prefetti, né ai Sindaci, tanto che è lo stesso Prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca a prendere le distanze dalla polemica, precisando che queste “sono vicende di carattere politico che non spetta alla prefettura valutare”. Una mossa politica quella di Maroni quindi, che, probabilmente, in sintonia con l’autocandidato papabile sindaco di Milano Matteo Salvini, cavalca l’onda delle paure degli italiani, nella speranza di una presa leghista della città nel prossimo 2016.  Senza dimenticare poi, che il Presidente di Regione Lombardia è indagato dalla Procura di Milano con l’accusa di aver esercitato presunte pressioni attraverso dirigenti vicini a lui su Eupolis ed Expo Spa, a favore di due sue ex collaboratrici fedelissime da ministro dell’Interno: Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio. Insomma, distrarre le masse è uno sport praticato da sempre da politici di ogni colore, peccato che quando si scelga di farlo sulle vite umane cessi di essere un giochetto politico, ma sconfini nella disumanità, perché le parole restano importanti.

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