Partiti e politici
Macché centro: è la politica dello Shapley Value, bellezza
La politica italiana di questo periodo suggerisce il ripasso del concetto di Shapley Value. L’idea è valsa un Nobel per l’economia a Lloyd Shapley nel 2012. Fu un caso strano, perché il vincitore restò stupito e quasi indignato. Pare che abbia commentato: che c’entro io con l’economia? Io sono un matematico. E in effetti il valore di Shapley è squisitamente matematico ed è addirittura più importante in politica che in economia. E’ uno strumento immediato da capire anche se non lo si conosce, tanto che chi lo usa non sa che lo sta usando, e comunque va saputo usare, se non ti ritorna in testa come un boomerang.
Avere uno Shapley Value elevato significa avere in una coalizione un peso anche piccolo, ma determinante, per cui in una competizione tra gruppi (un gioco cooperativo, in termini matematici) quel piccolo peso può determinare la coalizione che vince e quella che perde. Praticamente, si tratta del “centro”, politicamente parlando. Molto più che una questione di politica, di riformisti e moderati, è quindi una questione di matematica. Essere piccoli, ma decisivi. Perché a essere grandi e decisivi sono buoni (quasi) tutti .
Lo Shapley Value ha regnato incontrastato nell’era di Craxi, primo grande interprete del concetto nella politica italiana. Il partito socialista, animale di dimensioni largamente inferiori a grandi dinosauri come il partito comunista e la democrazia cristiana, riuscì a prendere la guida del branco negli anni 80, portando Craxi a Palazzo Chigi. Anche in quel periodo della tarda prima repubblica, in cui erano ancora vive le ideologie e i grandi piani, dietro la corrente del Partito Socialista che si definiva “autonomista” in realtà c’era solo matematica: lo Shapley Value. Lo Shapley Value quindi è quindi responsabile dell’eopca della “Milano da bere” e forse ha creato quel senso di inebriatezza, onnipotenza e di “ubris” che ha forse contribuito al crollo della prima Repubblica.
Se Craxi, indipendentemente dal giudizio politico e storico che se vuole dare, ne fu un utilizzatore sopraffino, spingendone l’utilizzo anche alla politica estera (la telefonata con Reagan nella notte di Sigonella), oggi la politica italiana è affollata di gente che vuole utilizzare il concetto: datemi lo Shapley Value e, anche se perderò le elezioni, governerò questo paese. Ma lo Shapley value non è per tutti, e bisogna seguire delle regole. Come sempre nella matematica, regole di buon senso.
Cominciamo da chi lo sa usare. Il migliore utilizzatore sulla piazza oggi è senz’altro Renzi. Dopo aver scalato e abbandonato il PD. Renzi con lo Shapley Value ha impedito lo scioglimento delle camere al tempo della crisi del Papeete e un anno dopo ha mandato a casa Conte sostituendolo con Draghi. In entrambi i casi, suscitando le ire di tutti, perché questo è il modo corretto di utilizzare lo Shapley Value. L’uso con successo dello Shapley Value deve cogliere tutti di sorpresa e poi, siccome vedono che devono fare quello che dici tu che sei molto più leggero di loro, ovviamente si incazzano. Quindi, se volete imparare lo Shapley Value, tenete un occhio su come si muove Renzi, ancora a prescindere da qualunque giudizio di tipo politico e storico su di lui. Lui è il professionista. E lui ha enunciato il suo principio più volte nelle interviste di questi giorni. In particolare ha passato in rassegna gli utilizzi passati e poi ha detto: pensate cosa posso fare con il 5%. Perché a chi lavora con lo Shapley Value non importa la valanga di voti, ma anche una carica modesta che consenta di innescare il meccanismo.
Renzi sa che uno dei requisiti perché lo strumento funzioni è che lo abbia in mano solo uno. Se il valore si distribuisce su più decisori diversi il suo valore si riduce, soprattutto perché gli altri possono cercare di dividerli. Se poi gli altri non lo sanno neppure usare, il valore si disperde del tutto. Ed ecco che minuti dopo l’annuncio con cui Calenda rinunciava alla coalizione con il PD Renzi ha lanciato un appello all’unità del “terzo polo”. Con questo Renzi vede uno strumento che potrebbe addirittura avere le dimensioni del PSI di Craxi. E per lui che sa giocare lo Shapley Value forse anche meglio di quanto faceva Craxi si tratterebbe davvero di una seconda opportunità che nessuno avrebbe ormai riconosciuto possibile.
Tanto più che Calenda non solo non sa usare questo strumento di teoria dei giochi, ma non sa nemmeno a quale gioco sta giocando. E’ uscito dal PD una volta eletto perché in disaccordo con l’apertura ai 5 Stelle, invece di mugugnare e opporsi e tenersi il suo Shapley Value per il momento in cui il campo largo sarebbe tramontato. A quel punto avrebbe potuto scalare il PD come fece Renzi dopo Bersani. Ha di nuovo giocato il suo Shapley Value entrando in una coalizione con il PD, che si è fidato, nonostante lo sgarro di quando è stato eletto nelle sue liste, perché riteneva quella scelta razionale, ma lui ha rinunciato. Altra lezione, a contrario, da Calenda. Se si vuole far fruttare lo Shapley Value si tiene il punto. Non puoi giocare lo Shapley value se hai, come si dice in teoria dei giochi “la mano tremolante” (cioè gli altri ti considerano irrazionale). Casomai, Renzi docet, si cambia coalizione quando si gioca un’altra partita, non certo prima di giocarla.
Infine, l’esempio dei 5 Stelle ci dice che lo Shapley Value al contrario non funziona. L’avvocato e il comico, forse sulla strategia forgiata da volpi del giornalismo, hanno ritenuto che siccome non sei decisivo sotto il profilo matematico, puoi fare quello che ti pare sul piano politico. Errore madornale, sebbene l’algebra fosse giusta. E qui è una questione di capire la politica, nella quale, come per le azioni ai tempi di Cuccia (quando i banchieri avevano il potere per davvero), i voti “non si contano, si pesano”.
In conclusione, l’esito delle elezioni e la prossima legislatura è una questione di matematica. Basterebbe che Renzi riuscisse a tenere a bada il suo ego, almeno fino al 25 settembre, proponendo la leadership a Calenda (magari evitando di dirgli “stai sereno”) e tenendosi la gestione dello Shapley Value. E allora il risultato delle elezioni sarà contendibile. In subordine, in uno scenario di vittoria della destra, vedremo se Berlusconi sarà in grado di usare lo strumento, per tenere a bada le creature che, come rivendica, lui stesso ha creato.
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