Partiti e politici
L’ora della verità
Ora che il Pd ha riconfermato Renzi come suo leader, per il variegato mondo della sinistra italiana è arrivata l’ora della verità.
Chi è rimasto nel Pd, accodandosi alle improvvisate mozioni congressuali di Orlando e di Emiliano, sa che dovrà accontentarsi di qualche poltrona onorifica negli organi di partito e di nessuna voce in capitolo nelle scelte politiche, esattamente come è successo negli ultimi tre anni. Continuare la farsa di un’opposizione interna del tutto inerme è, a questo punto, impossibile: non resta che convertirsi rapidamente al verbo renziano e farsene portavoce, o andarsene.
Anche i fuoriusciti che aspettavano sulla soglia, sperando che un’improbabile figuraccia di Renzi lo riconducesse a più miti consigli, hanno ormai chiaro il loro destino: con loro Renzi (che li ha bollati come traditori) non farà mai nessuna alleanza, né prima né dopo le prossime elezioni. Restare nell’attuale coalizione di governo insieme al Pd è un paradosso che rischia di diventare insostenibile: converrà tornare all’ovile del Nazareno pentiti e contriti, sperando che qualcuno apra la porta, o passare seriamente all’opposizione, provocando l’ingresso di Forza Italia in maggioranza (lo scioglimento anticipato delle Camere è da escludere dato che, tanto per cambiare, siamo senza una legge elettorale praticabile).
E’ ormai impossibile tergiversare anche per Pisapia e il suo fantomatico Campo Progressista: il suo appello a Renzi perché riunisca il centrosinistra, rinunciando all’alleanza con Berlusconi, è caduto nel vuoto. La scelta per lui è tra il ruolo di foglia di fico “di sinistra” del Pd e l’alleanza con chi, a sinistra, ha da tempo scelto la strada di una netta autonomia dal partito di Renzi.
Anche per questi ultimi è arrivato il momento di unire le forze, superando diffidenze e recriminazioni sul passato, per mettere in campo un progetto nuovo e concreto che sappia attrarre gli elettori (e, eventualmente, alcuni protagonisti) di tutti i soggetti di cui sopra; ma, soprattutto, che sappia essere competitivo sia con l’ambiguo movimento di Grillo (sempre più incline a indugiare “a destra”), sia con un Partito Democratico ormai esplicitamente votato al ruolo di Democrazia Cristiana del nuovo millennio.
Molti di questi attori politici saranno tentati di menare il can per l’aia in attesa di capire come sarà la prossima legge elettorale; ma sarebbe un errore fatale. Una lista-accrocchio messa insieme all’ultimo minuto per sfangare una soglia di sbarramento, o un’alleanza opportunistica per conquistare un premio di maggioranza, sarebbero la goccia che fa traboccare il vaso della delusione per i già esasperati elettori di sinistra.
E’ adesso il momento di mettersi in strada, sia metaforicamente che concretamente: uscire dal gioco di ruolo delle maggioranze parlamentari (presenti e future) e tornare a parlare coi cittadini arrabbiati, ascoltando le loro paure, spiegando le proprie idee, magari persino – perché no? – rivendicando i propri ideali. Se davvero la sinistra italiana ha intenzione di riconquistarsi i propri elettori e di dare al Paese un’alternativa di governo, il momento è adesso.
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