Partiti e politici
L’irresistibile ascesa di Giorgia Meloni
Salvini è ultimamente un po’ in crisi di fiducia, lo sappiamo, ma c’è una nuova figura politica nel centro-destra sovranista che sta crescendo a ritmi vertiginosi negli ultimi mesi, rimpiazzando in qualche modo la quota di consensi della Lega e del suo leader: Giorgia Meloni, con il suo partito Fratelli d’Italia. Durante il primo governo Conte, quell’alleanza giallo-verde che la vedeva in un ruolo ibrido, confinata all’opposizione di un partner e di una forza politica della sua stessa area, la faceva rimanere piuttosto in ombra, impossibilita ad una dura conflittualità verso manovre politiche che tutto sommato non la trovavano in particolare disaccordo.
All’indomani della caduta del Conte uno, la strada si fa meno complicata, con la Lega tornata all’opposizione assieme al centro-destra al completo, e le scelte di voto in favore di Fratelli d’Italia iniziano poco alla volta ad incrementare: dal 6,5% delle europee si passa al 9-10% di ottobre, con il sorpasso su Forza Italia, da cui provengono i suoi nuovi elettori. Da quel momento in poi, grazie alle serrate critiche al nuovo governo e alla buona intesa con lo stesso Salvini, mentre tutto il centro-destra vive una stagione di grandi consensi che lo porta ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti virtuali, Meloni ed il suo partito si avvicinano costantemente alla soglia del 15%, che raggiungono nel bel mezzo della crisi epidemica.
In questi ultimi mesi, le nuove adesioni per Fratelli d’Italia provengono proprio da transfughi leghisti, che non paiono vedere più nella Lega, e in Salvini, quelle capacità comunicative e politiche che soltanto poco tempo addietro la caratterizzavano in maniera egregia. Quasi il 20% di chi aveva scelto la Lega alle ultime europee ora sceglie dunque il partito di Giorgia Meloni, il cui elettorato attuale risulta quindi composto per la sua quota maggioritaria proprio da ex-leghisti. Parafrasando il D’Alema degli anni Novanta, si potrebbe quasi dire che Fratelli d’Italia è oggi una vera e propria “costola leghista”.
In questo clima ormai costante di altissima volatilità elettorale e di instabili fiducie nei diversi leader, il ruolo giocato da Giorgia Meloni nella repentina crescita del suo partito, che lo ha visto quasi triplicare i suoi voti di nemmeno un anno fa, appare ancora una volta decisivo. Alla stessa stregua di tutti i personaggi politici succedutisi nell’ultimo quinquennio, da Renzi a Grillo, da Di Maio a Salvini, per finire allo stesso Conte, anche per Meloni ciò che conta è la capacità immediata di suscitare emozioni favorevoli nella pancia degli elettori. Come si interroga Luigi Di Gregorio nel suo brillante Demopatìa: può forse un’opinione cambiare nel giro di pochi mesi? “No. Ciò che cambia sono le emozioni”.
Giorgia Meloni, unica donna a capo di un partito italiano, giovane e brillante, lanciata da un tormentone musicale soltanto poco tempo fa, con un gradimento che sfiora il 40%, sembra incarnare ora la vera opposizione a Conte e al suo attuale governo. Finché dura l’emozione, sia ben chiaro.
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