Partiti e politici
L’inutile vittoria dei 5 stelle nel 2018
Sondaggi e scenari: quando alcune forze politiche fanno di tutto per non dover governare. Questo doveva essere il titolo dell’articolo. Ma non siamo in un film della Wertmuller, ed occorre fare una sintesi. E la sintesi è effettivamente molto chiara: fin da quando il Movimento 5 stelle ha deciso di schierarsi contro l’Italicum prima e contro la riforma costituzionale poi, il motivo recondito, la ragione che stava alle spalle di quel comportamento, magari non pienamente cosciente, era il suo desiderio di restare all’opposizione.
Se qualche mese fa i rapporti di forza tra 5 stelle e Pd lasciavano forse qualche piccola (ma proprio piccola) chance al partito di Renzi di poter vincere in un ballottaggio, oggi il clima politico post-scissione non dà adito a dubbi. In un confronto a due, il M5s avrebbe trionfato, se si fosse andato a votare con l’Italicum, e senza più Senato.
E allora il movimento di Grillo non aveva che una scelta, quella di governare il paese. Ce l’avrebbe fatta? Forse sì, se pensiamo alla buona conduzione di Torino, o forse no, se dobbiamo prendere come pietra di paragone ciò che stanno facendo a Roma. Resta il fatto che si sarebbero dovuti rimboccare le maniche e cercare di salvare il paese, seguendo le proprie ricette (o meglio, le non-ricette) politico-economico-sociali presenti nel loro non-statuto. Difficile, certo, ma non è detto che fosse impossibile. Bastava tentarci.
Invece, cosa succederà alle prossime elezioni, con le due belle leggi elettorali (il semi-Italicum e il Consultellum) che nessuno ha realmente voglia di cambiare? Niente di chiaro, eccezion fatta per un piccolo dettaglio. I 5 stelle vinceranno quasi sicuramente, con una percentuale superiore al 30%, magari avvicinandosi perfino al 35%, e non potranno governare. Perché non potranno fare alleanze con nessuno, pena il proprio snaturamento. Staranno dunque all’opposizione, senza responsabilità alcuna. E da quella posizione potranno quotidianamente attaccare qualsiasi maggioranza (o minoranza) di governo che tenterà di fare qualcosa per risollevare la povera Italia.
I loro consensi cresceranno ancor di più, perché l’esecutivo che potrà uscire dai risultati elettorali sarà certo frutto di un qualche accordo di palazzo (Partito Democratico + Forza Italia, il più probabile) e l’azione di governo sarà molto complessa e piena di compromessi, che non daranno soddisfazione a molti italiani. Ma altro non si potrà fare, se non aspettare pazientemente nuove elezioni, che forse faranno aumentare ancor più i suffragi a favore dei 5 stelle, che comunque non potranno governare in solitaria, non avendo la maggioranza assoluta nei due rami del parlamento. E così via, per anni ancora.
Fino a che qualcuno si sveglierà un bel mattino e dirà: ma perché non facciamo una legge elettorale dove è previsto un ballottaggio tra le due coalizioni (o partiti) vincenti al primo turno? Chi vincerà verrà messo alla prova di governo. Si potrebbe magari chiamarlo “Stivalum”, chissà.
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