Partiti e politici
Liguria, per i cittadini vince il centrodestra. Azzeccheranno anche stavolta?
Dopo un inizio senz’altro promettente, con la vittoria in Sardegna, per la coalizione vicina al centro-sinistra, o se volete per i partiti di opposizione, nel resto degli appuntamenti elettorali le altre Regioni al voto (Abruzzo, Basilicata e Piemonte) hanno ribadito al contrario la predominanza del centro-destra e della sua maggioranza. Quelle odierne per il rinnovo anticipato della Liguria, causate dalle dimissioni di Toti, nonostante alcune premesse che ipotizzavano un cambio alla guida della regione, paiono di nuovo favorevoli alla continuità di governo per la coalizione governativa.
Se da una parte sono forse le personalità di Orlando e di Bucci che fanno la differenza, a favore del sindaco uscente di Genova, dall’altra è ancora più evidente il fatto che i partiti oggi all’opposizione sia nel governo del paese che nella grande maggioranza delle regioni italiane (15 a 5) non sembrano rappresentare per la (residua) popolazione elettorale che si reca effettivamente alle urne una reale alternativa.
Non c’è una evidente traccia di politiche diverse cui credere nel profondo, e non per nulla coloro che davvero si affacciano al seggio elettorale (sfidando peraltro un maltempo davvero indigesto) non paiono riscontrare un chiaro cambio di passo nelle proposte avanzate dai partiti di opposizione, spesso più propensi a sottolineare i propri distinguo più che a presentarsi in maniera unitaria.
Paradossalmente, è una cosa che riesce meglio ai tre partiti di governo, sia nazionale che locale, che al contrario stanno facendo riferimento in questi ultimi mesi a visioni del mondo a volte in deciso contrasto l’uno con l’altro (dallo ius scholae a Putin fino a Trump). Ciononostante, la loro unitarietà di fondo, davanti alle urne, pare sempre essere garantita, senza particolari distinguo.
In un momento in cui la politica sembra diventare sempre più qualcosa di distante e poco coinvolgente (ormai i potenziali non-votanti superano stabilmente il 40% a livello nazionale e il 50% nelle consultazioni di second’ordine), tutti si accontentano in qualche modo dello status quo, testimoniato dagli orientamenti di voto che sembrano cristallizzati almeno da un paio d’anni, senza mutamenti che non siano dell’ordine dell’uno percento.
Noia, apatia, disinteresse, rigetto. Queste le parole che i quotidiani sondaggi di opinione ci trasmettono del giudizio degli italiani sulla politica e sui partiti che dovrebbero rappresentarli. In attesa di qualcosa che faccia davvero cambiare opinione e faccia interessare realmente gli elettori.
Intanto, in Liguria, l’indicatore “winner”, la profezia cioè del vincitore secondo i cittadini, vede Bucci in netto vantaggio: vincerà lui, secondo il 66% dei liguri. Domani vedremo se ancora una volta ci avranno azzeccato, come accade quasi sempre.
Università degli Studi di Milano
Devi fare login per commentare
Accedi