Costume

Libero Vaffanculo in Libero Stato

8 Giugno 2018

E ora? Cosa accadrà ora che il Vaffanculo si è fatto Potere, contraddicendo così di fatto la sua natura di parola rabbiosa e ribelle? Potremo ancora usarlo per le nostre piccole beghe e frustrazioni o sarà anch’esso destinato a sparire dall’uso quotidiano come già accaduto, ad esempio, con “Forza Italia”?

Eh già, perchè c’è una storia da raccontare a coloro che nel 1994 non erano nati o non avevano ancora raggiunto l’età della ragione. Sapete ragazze/i? Prima di diventare l’emblema di una parte politica, “Forza Italia” era una cosa che piaceva un po’ a tutti usare, soprattutto in concomitanza a rilevanti eventi sportivi che vedevano la nostra nazionale protagonista.

Lo sa chi c’era, per ricordare solo un episodio, quanto fu lunga la polemica su come inneggiare alla nazionale di Sacchi ad Usa 94. Metà del paese (quella progressista) non si era ancora ripresa dalla doppia scoppola elezioni politiche/elezioni europee ed ecco che arrivano i mondiali a porre l’Italia di fronte ad un terribile dilemma: si potrà dire ancora “Forza Italia” durante le partite o si sembrerà in qualche modo coinvolti con il nouveau regìme?

Non ci credete? Eccovi l’attacco di un’AdnKronos del 16 giugno 1994

USA ’94: VIETATO GRIDARE FORZA ITALIA? ‘UNA SCIOCCHEZZA’
MA C’E’ ANCHE CHI PROPONE SLOGAN ALTERNATIVI
Roma, 16 giu. (Adnkronos) – Vietato incitare la squadra azzurra gridando ”Forza Italia”? Una sciocchezza, rispondono alcuni ”speciali” tifosi della nazionale, per i quali pensare che lo slogan calcistico sia un’occasione di ulteriore pubblicita’ per il movimento politico di Berlusconi e’ soltanto ridicolo. Tuttavia di fronte a questo rischio c’e’ anche chi lancia proposte alternative.

Ecco, vi risparmio il proseguio del testo, fatto di vip dell’epoca che dicevano la loro, ma è indubbio che si trattò di un problema non irrilevante, almeno dal punto di vista sociale (ancora, per fortuna, non social).

Ma ritorniamo all’oggi, che è ciò che più ci preme, e al rischio Vaffanculo di Stato. E allo spunto da cui ci è venuta questa riflessione. Provo a spiegarmi con un esempio, sperando di riuscirci.

Se un cittadino comune, come ad esempio il sottoscritto, si trovasse a sentire un intervento come quello di qualche giorno fa, di un senatore semplice che, in un crescendo retorico degno di miglior causa, si erge a garantista, nominando invano Beccaria e Tortora, dopo essere stato il segretario del partito che ha di fatto impedito l’approvazione della riforma della giustizia promossa da un ministro dello stesso partito, potrà urlare il suo intimo, personale ma convinto “VAFFANCULO!” o rischierà di essere conteggiato tra i sostenitori del Governo-Conte?

Capite il piccolo-grande dramma? Per questo faccio un appello al nuovo governo parafrasando uno straordinario slogan risorgimentale: Libero Vaffanculo in Libero Stato.

Ridateci, cari Di Maio e Salvini, ora che siete finalmente al potere, il nostro Vaffanculo quotidiano, sganciatelo dai riti dei partiti, non trasformatelo nel simbolo della nuova stagione politica. Da parte nostra vi assicuriamo che lo sapremo usare al meglio. E senza sconti per nessuno.

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