Partiti e politici
Lettera aperta ai parlamentari dall’ultimo degli italiani
Egregie nullità, non uno di voi si salva, in questo frangente, dal giudizio morale della storia. Nessuno, tra di voi, che abbia avuto l’onestà intellettuale e la risolutezza di intervenire nel dibattito pubblico avvertendo la necessità, di fronte al dilagante disagio sociale, di cambiare registro e conferire al vostro ruolo quella responsabilità morale che non avete mai dimostrato in tanti anni della vostra grottesca carriera di inservibili parlamentari, gonzi privilegiati, profittatori garantiti. Non intendo, qui, portarvi il rispetto che si deve a ogni persona per bene, integerrima e leale, così come voi non ne avete avuto per gli umili e gli onesti che dignitosamente si sacrificano per assicurare la sopravvivenza alle loro famiglie. Non meritate, nella forma, un trattamento diverso da quello che si riserva a chi non dimostra di possedere una sufficiente sensibilità per provare pietà nei confronti di chi soffre e si dispera per le proprie condizioni, pur essendo un cittadino di questa repubblica, nel rispetto dei doveri che gli competono.
Disattendete quotidianamente ogni articolo, ogni punto, ogni ammonimento della Carta Costituzionale di cui dovreste essere garanti, senza che un solo canale della comunicazione del paese rimarchi la vostra miserabile e grave manchevolezza di rappresentanti del popolo e di uomini. Coperti, difesi e finanche sostenuti da un giornalismo timoroso e senza sangue, vi dividete tra salotti televisivi e interviste ad hoc nelle vostre residenze di proprietà, per proferire parole vuote, frasi fatte, proclami grotteschi. E mai nessuno, tra i personaggi colti che contano, o che si cerca di farli contare, che si indigni, che si inalberi, che dica qualcosa per stigmatizzare tanta abominevole pochezza, replicata ogni santissimo giorno dai notiziari, sui giornali, nei talk. E, mai, che vi sia venuto in mente che rendervi così irrimediabilmente insopportabili possa, prima, o poi, decretare la comune reazione di sdegno che pende sul vostro capo.
Da Alcide De Gasperi a Pietro Nenni, Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, nessuno di questi uomini vi avrebbe scelto come portaborse, inabili come siete a spendervi per qualsiasi cosa che abbia in sé una finalità etica e socialmente utile. Ritengo oltremodo inadeguato alla vostra formazione schiaffeggiarvi con la filosofia morale di questo, o quell’autore, in quanto per gente del vostro taglio andrebbe bene pure una predica di “Mastro Titta”, celebre boia nella Roma dello Stato Pontificio, vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800. Perché scomodare Kant cercando di farvi comprendere che l’umanità va trattata come finalità, giammai come mezzo? Siete delle mezze tacche, o delle mezze pippe, come si suol dire oggi in gergo giovanilistico. Siete meschini perché ignoranti. E fate del male in quanto incolti, sebbene tanti di voi sbandierano degli studi regolari, svolti dalla prima elementare alla laurea. Evidentemente, avrete frequentato la scuola nello stesso modo con cui vi rapportate in Parlamento: inutilmente, infruttuosamente, sterilmente. La logica, la concretezza e la giustezza suggeriscono che Gino Strada e la sua organizzazione hanno maturato competenze chiarissime per operare in un contesto dove vi è una scarsità di risorse economiche e personale medico. Ma, si evita, accuratamente di affidargli l’incarico di Commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria. La politica, nella fattispecie, quella da voi prodotta, dà piena testimonianza della sua inefficacia e doppiezza nella ricerca della soluzione ai problemi. L’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto suona come una bestemmia per i fautori dei problemi da mantenere irrisolti, ossia per i furbi da quattro soldi della politica viziosa quali siete e vi dimostrate.
Nel frattempo, si muore, monta il disagio, sopravanza l’ansia, il paese si indebita in maniera pesante, l’economia cade a picco. E, in questa disfatta si continua a far ricorso ai foderi, tenendo appese le sciabole. La sensazione che in questo paese emergano, in tutti i campi e con metodo scientifico, le mediocrità, è più che mai netta e inequivocabile. Tentare di ribaltare la tendenza è l’inizio di una era nuova e di speranza. Al di là dei populismi e degli estremismi, esiste, vive e resiste una moltitudine di lavoratori, disoccupati e studenti che è ormai stanca di vivere esistenze alienate dall’incapacità e dall’inconsistenza di una classe dirigente che decreta il solo, buffo e gretto trionfo della mediocrità in tutte le sue diramazioni. L’Italia ha un’emergenza umanitaria, non solo sanitaria. Prenderne atto è da persone civili e responsabili.
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