Partiti e politici

L’epifania del Mattarella Bis: i sei giorni che hanno mutato ogni equilibrio

29 Gennaio 2022

Il sedimento politico! Come sempre accade, le elezioni del Capo dello Stato frullano il sistema politico, spacchettano le alleanze, ricompongono i rapporti di forza, in una parola sono, sovente, un’epifania. Arrivati all’ultimo tornante della più lunga kermesse presidenziale della Seconda Repubblica, la portata epifanica di questa elezione si fa palpabile. Come appare, il punto di caduta delle convulse vicende di questi giorni sarà la rielezione di Sergio Mattarella. Benché si tratti di un apparente ritorno alla casella di partenza, essa determina la fine dell’emulsione interna al centrodestra e centrosinistra a cui abbiamo assistito almeno dal Conte II in poi.

In cosa si sostanzia la portata epifanica dello scrutinio presidenziale? Essa sta nella ricollocazione dei fluidi temporaneamente miscelati ma che, evidentemente, erano in realtà immiscibili. Molto probabilmente, le forze politiche si stanno ricomponendo – ma questo lo vedremo con maggiore vigore nei prossimi mesi – secondo rapporti che attengono più alla loro ontologia che non agli schemi “di risulta” di questi anni.

Sono bastate poche ore perché le due realtà populiste, M5S e Lega, trovassero una ricomposizione che è apparsa quasi fisiologica, più che cercata: spontanea. Sono stati sufficienti pochi vertici perché gli anatemi di Conte contro il leader leghista apparissero più un sogno occorso in una notte sudata d’estate che il momento di maggior vigore politico dell’allora Presidente del Consiglio. È altrettanto singolare quanto accaduto all’interno dello stesso Movimento, in cui una spinta centrifuga ha separato l’anima istituzionale e moderata che fa capo a Luigi Di Maio da quella populista di Giuseppe Conte. Una vicenda simile ha attraversato il fu centrodestra che vede Forza Italia definitivamente rivolta verso il Centro, il cui “coagulatore” è, chiaramente, Matteo Renzi.

Sotto questa trama che si consuma in proscenio, un altro dato va considerato. Nella tempesta, il Segretario Letta ed il leader di Italia Viva hanno ricostruito un asse, anche se, volendo essere più aderenti alla realtà, dovremmo dire che quell’asse “si è ricostruito” come se si trattasse di una rigenerazione spontanea, derivante dallo squinternarsi degli schemi che abbiamo conosciuto in questi anni. Non è un mistero, infatti, che Renzi e Salvini abbiano mantenuti canali più che attivi; tuttavia, anche questa affinità di risulta tra i due, si è improvvisamente sgonfiata difronte al nuovo allineamento del fronte populista che vede la Lega interloquire con una fetta dei Cinque Stelle.

Il sistema politico sembra aver compiuto un giro a vuoto, passando attraverso le chiame, per tornare allo schema da cui era partito: Mattarella-Draghi. Eppure, una settimana dopo, lo schema resta ma il sistema politico è stravolto e gli equilibri sono mutati con una forza tale per cui, in mancanza dell’Elezione presidenziale, un mutamento così forte si sarebbe prodotto solo all’esito di lunghe ed articolate vicende che per dipanarsi richiedono mesi.

La rielezione di Mattarella illuderà i leader di potersi giovare di una nuova fase di decantazione per tentare di riallineare gli astri, eppure l’epifania è compiuta, non si torna più indietro.

Un appunto a margine di questa riflessione: la rielezione di Mattarella è molto diversa da quella di Napolitano. È abbastanza ragionevole immaginare che il bis del Presidente non sia sub condicione temporale ed il suo, a Dio piacendo, sarà un nuovo Settennato. Ma questa è un’altra storia.

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