Partiti e politici
Lega down, M5s up
Forse non così in pole position nell’interesse attuale degli italiani, al contrario delle aspettative sull’uscita dall’emergenza Corona, resta però indubbio che gli orientamenti di voto dall’inizio del lockdown fino ai giorni nostri hanno in parte rivoluzionato la geografia politica italiana, come testimoniano la quasi totalità dei sondaggi effettuati ultimamente. Avevamo lasciato la Lega di Salvini solidamente solitaria nelle dichiarazioni degli elettori, ad inizio marzo, ed ora ce la ritroviamo soltanto di pochi punti percentuali sopra le due forze politiche che sorreggono il governo giallorosso.
La Lega perde qualcosa come sette punti (dal 33% al 26%) nel giro di soltanto un mese e mezzo, mentre il Movimento 5 stelle sembra uscire dalla crisi che pareva irreversibile, tornando vicino alla sua performance europea, e anzi migliorandola lievemente (18-19%). Il Partito Democratico, dal canto suo, rimane stabile sul risultato di quasi un anno fa, intorno al 21-22%, perdendo solo qualche frazione di elettorato. Sempre ottimo infine, tra i partiti maggiori, il trend di crescita di Fratelli d’Italia, che si avvicina sempre più alla quota del 15%, diventando una spalla imprescindibile di Salvini nella coalizione di centro-destra, dove Berlusconi e Forza Italia rappresentano solamente una percentuale minoritaria del 7% circa.
Che questa situazione sia una indiretta conseguenza dell’emergenza sanitaria, in Italia come nel resto d’Europa, è confermato proprio da un confronto internazionale, dove praticamente tutti i partiti di governo risultano in chiaro trend positivo, siano essi sovranisti (come in Ungheria o in Polonia) oppure europeisti (come in Spagna o in Francia o in Germania). Le forze di opposizione appaiono dunque in sofferenza, proprio perché non possono (ancora) opporre un significativo contributo al desiderio di sicurezza e di controllo che soltanto i governi, pur in mezzo ai molti errori, sembrano garantire alla popolazione elettorale.
Non è un caso dunque che gli stessi primi ministri, o presidenti della repubblica, raggiungano in questi giorni bui il massimo del loro appeal, una fiducia quasi plebiscitaria, rappresentando di fatto, ognuno di loro, una delle poche figure cui ci si può fidare per uscire efficacemente dalla crisi sanitaria ed economica che attanaglia tutti paesi martoriati dal virus. Ed è altrettanto evidente come i leader delle opposizioni abbiano parallelamente le armi un po’ spuntate per riattivare i loro consensi.
E’ certo una situazione transitoria. Quando si tratterà di ricostruire, quando sarà il momento delle scelte per riavviare il paese, scelte difficili e che con qualche probabilità non saranno totalmente azzeccate, allora ci sarà nuovo spazio in Italia per Salvini e Meloni per additare agli elettori gli eventuali errori, gli indirizzi che il governo prenderà per risollevare l’Italia dalla drammatica situazione attuale.
Ma per ora, Conte ed il suo governo godono di ottima salute, con quote di consenso vicine al 65-70% degli italiani. Se poi gli accordi con l’Europa andassero nella direzione auspicata dal nostro premier, con aiuti economici a fondo quasi perduto, il favore nei suoi confronti potrà arrivare a numeri da plebiscito.
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