Partiti e politici
Le pagelle 2021. Forza Italia (e Italia Viva)
Dopo i giudizi sul M5s e sulla coppia Lega-Fratelli d’Italia, nella terza puntata sulla valutazione dell’operato delle principali forze politiche e dei loro leader, nel corso dell’anno che sta per chiudersi, prendiamo in considerazione oggi il partito che ha egemonizzato per quasi trent’anni il centro-destra italiano e le logiche di azione dell’intero mondo politico. E che ancora in questi tempi, pur con una base di consensi nettamente calata, riesce ad essere un punto di riferimento essenziale per una possibile maggioranza di governo. Lo stesso Silvio Berlusconi, benchè ridimensionato nella sua figura di leader indiscusso, resta un importante ago della bilancia per gli accordi interni al centro-destra e, come abbiamo visto nelle ultime settimane, addirittura papabile per rivestire la carica di Presidente della Repubblica.
Forza Italia ha vissuto come sappiamo un deciso ridimensionamento della sua base elettorale di oltre 10 punti dal 2013 (quando ancora si chiamava PdL), passando per il 14% del 2018 fino all’attuale 8% circa delle stime demoscopiche. Ma nell’ultimo anno l’emorragia di consensi sembra essersi finalmente arrestata, grazie ad una ritrovata linea meno ondivaga, coerente, europeista e “vaccinista”, appoggiando convinta il governo Draghi, senza la riottosità ambivalente della Lega salviniana. Come se si fosse imposto nell’area di centro-destra come il partito più affidabile, una sorta di “usato sicuro” da cui non bisogna aspettarsi particolari voli pindarici ma che resta ben radicato nel Partito Popolare Europeo, senza tentennamenti populisti o sovranisti.
Il voto per l’anno appena trascorso a Forza Italia è pari a 7 meno, grazie alla sua capacità di mantenere un sostanziale equilibrio, ancora più evidente se paragonato agli altri suo alleati di area, all’interno dell’esecutivo guidato da Draghi. Certo, se avesse provveduto per tempo ad un improrogabile cambio generazionale, con Berlusconi ormai avviato ad un progressivo invecchiamento politico, probabilmente la sua forza elettorale ne avrebbe positivamente risentito, con i candidati giusti. E questo resta per Forza Italia, e per i suoi attuali rappresentanti politici, un profondo rammarico.
Per ultimo, e velocemente, un breve accenno a Italia Viva, la cui presenza e il cui comportamento sono stati per certi versi irritanti. Al partito di Italia Viva va un 4 per la sua incapacità di porsi effettivamente come punto di riferimento di un centro moderato ma affidabile. Discorso a parte merita ovviamente Matteo Renzi, la cui abilità nel restare sempre al centro della ribalta politico-mediatica è giudicabile con un voto pari a 8, che piaccia o non piaccia.
A domani per l’ultima puntata sulla sinistra e sul centro-sinistra.
*Università degli Studi di Milano
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