Olimpiadi
Le Olimpiadi dell’isteria
Le Olimpiadi dell’isteria
Se partecipassimo alle olimpiadi dell’isteria collettiva, l’Italia farebbe incetta di medaglie d’oro. In circa una settimana di gare, abbiano avuto tanto, troppo, materiale per sterili polemiche da tutti i lati, rilanciate dai più alti livelli istituzionali.
Tra Israele e la grandeur
Ancora prima di iniziare, ci siamo lamentati per l’esclusione degli atleti russi, salvo le eccezioni di chi si è dissociato dalla guerra, come il buon Daniil Medvedev. Si è detto che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) avrebbe dovuto escludere anche gli atleti israeliani. Bisognerebbe però ricordare che gli atleti russi sono stati esclusi per la violazione della tregua olimpica del 2022, quando Mosca attaccò Kiev poco prima delle paralimpiadi.
Ovviamente, Israele non poteva essere escluso per aver violato la tregua olimpica di giochi che si dovevano ancora disputare. Visto che, in queste settimane, il governo israeliano ha continuato i bombardamenti e ha pure ucciso il principale negoziatore con un’azione completamente fuori dal diritto internazionale, sarebbe opportuno escludere il Paese dalle prossime olimpiadi.
La cerimonia d’apertura ha voluto poi testimoniare la grandeur francese, includendo una parata per i diritti LGBT+. Adoro le provocazioni, soprattutto quando non si prendono tanto sul serio, ma mi è preso lo sconforto quando ho visto una rappresentazione di qualcosa che somigliava all’Ultima cena in versione drag queen.
Sin dalla prima inquadratura, ho capito che quella scena avrebbe aizzato una miriade di debosciati pronti a offendersi, riempiendosi la bocca di una cultura che nemmeno conoscono. E così è stato. Sono saltati i nervi a sovranisti e bigotti, specialmente italiani, che hanno iniziato a diffondere bufale antisemite e omofobe sui social. La provocazione poteva avere senso, anche se mi è parsa molto pacchiana. Però, l’organizzazione ha peggiorato le cose, scusandosi dopo le polemiche e dando quindi credito alle fantasiose teorie della destra italiana.
L’assenza di vittorie
Iniziate le gare, gli atleti italiani non hanno immediatamente conquistato tante medaglie quanto le quaranta di Tokyo 2020. C’è chi si è affrettato a commentare che le olimpiadi sarebbero state fallimentari, come se finissero il secondo giorno. Fortunatamente non è così, e gli azzurri hanno tante occasioni per fare bene.
Ma i commenti isterici di sparuti leoni da tastiera hanno influenzato le nostre federazioni, che hanno criticato gli arbitraggi di scherma, judo e pugilato. Oggettivamente, i giudici non sono stati teneri con i nostri atleti. Inoltre, le scenate di sportivi e coach come Stefano Cerioni sono parte dello sport, causate dall’adrenalina e dalla carica agonistica.
Ma è ridicolo osservare i grandi manager invocare complotti internazionali. Lo stesso “capo” dello sport italiano Giovanni Malagò ha sparato a zero contro il CIO, prima di tornare sui suoi passi, ricordandosi di essere membro anche dell’organizzazione internazionale.
Sfortunatamente per i nuotatori, chi ha perso la medaglia non ha potuto appigliarsi a complotti internazionali. Allora, i commentatori RAI hanno ben pensato di sottoporli a pubblica gogna, se non si mostravano abbastanza disperati per le loro prestazioni. Gli studi RAI sembrano aver deciso che l’unica cosa che conta è vincere, meglio se umiliando l’avversario, in barba allo spirito olimpico. Chi non la pensa così, non dovrebbe neanche presentarsi ai blocchi di partenza.
L’atleta che non era trans
Neanche il tempo delle scuse, che è arrivata la polemica definitiva. Si è iniziata a spargere voce che la nostra pugile Angela Carini avrebbe esordito affrontando un pugile algerino, uomo trans che si sente donna. La notizia era chiaramente una bufala colossale. Ma ha aperto il vaso di Pandora dell’isteria complottista.
La pugile algerina Imane Khelif è una donna che si sente donna e non potrebbe essere altrimenti perché l’Algeria non è la valle dell’eden arcobaleno, ma uno stato dove l’omosessualità è reato. Solo, come tante altre persone, la natura non è stata chiarissima con l’atleta algerina. Sembrerebbe, infatti, che Imane Khelif abbia in parte tratti e ormoni maschili. Probabilmente, in passato si sarebbe parlato di un caso di ermafroditismo.
Oggi il termine è passato in disuso e si preferisce parlare in modo molto più preciso e inclusivo di intersessualità. Forse, se si fosse affiancato il termine ermafroditismo (chiarendo quanto fosse improprio) a quello corretto di intersessualità, le cose sarebbero state un po’ più chiare, anche per tanta gente che in buona fede ha creduto che l’atleta fosse un uomo.
Nella pratica, la discussione se Imane Khelif possa competere con le donne dovrebbe basarsi su conoscenze biologiche e genetiche che il 99,99% di noi commentatori social non possiede. Figuriamoci i nostri politici. Certamente il CIO può sbagliare ma,noi non possiamo sapere quanti e quali vantaggi la pugile possa avere a causa della sua natura biologica.
Ma ormai la bufala si era diffusa tanto da far intervenire le alte cariche istituzionali e star internazionali contro l’ideologia woke e il gender che rovina lo sport e mette in pericolo le nostre atlete. Dichiarazioni fatte a caso, visto che il problema è biologico e non ideologico.
Una politica indecorosa
Il ritiro della nostra pugile dopo una manciata di secondi ha infine creato un susseguirsi di dichiarazioni indecorose. Il pianto di Angela Carini, che per noi è ingiudicabile, è stato usato dal presidente del Senato e quello del Consiglio, oltre che dal ministro della famiglia, per dare credito alla bufala. Sfortunatamente per loro, il mondo non va al contrario, è solo la verità a essere ribaltata secondo gli usi e consumi del potere.
I nostri politici si sono così ersi a vittime di un complotto che non esiste, per i propri tornaconti, per far sentire i propri elettori assediati dalla comunità LGBT+. Come se ce ne fosse bisogno, vorrei tranquillizzare gli elettori di Giorgia Meloni e Matteo Salvini che la comunità LGBT+ non ha alcuna intenzione di cambiare le loro vite e le loro abitudini. I nostri governanti hanno solo dato vita a uno spettacolo osceno, ben oltre il ridicolo. Sembrerebbe il punto più basso che le istituzioni possano toccare, ma confidiamo che i nostri politici possano impegnarsi a fare ben peggio.
Fortunatamente, ci hanno pensato i nostri atleti a farci fare bella figura di fronte al pubblico internazionale. Oltre alle vittorie, abbiamo visto come campioni come Odette Giuffrida, Benedetta Pilato, Filippo Macchi, Francesca Fangio e Andrea Vavassori sappiano affrontare le sconfitte molto meglio sia dei nostri politici e dirigenti che di noi che li osserviamo dal divano. E poi ci ha pensato Alice Bellandi a stampare un bellissimo bacio saffico alla sua compagna poco dopo aver vinto l’oro, di fronte a Giorgia Meloni.
Foto dalla pagina Facebook del CONI
Devi fare login per commentare
Accedi