Partiti e politici
Dai cinesi di Sala ai 5S di Schlein, le fake-news elettorali cui credono tutti
Molti studi, effettuati sia in passato che in tempi più recenti, hanno cercato di capire il motivo per cui le fake news, le notizie inventate, abbiano maggiore successo, e siano più difficili da contrastare, rispetto a quelle vere, quelle sostenute da chiare evidenze empiriche. Ma senza grande successo. Resta il fatto che le notizie false, molto spesso senza alcun tipo di supporto fattuale, sono persistenti, si incollano facilmente ad ogni discorso, ad ogni argomentazione, senza alcuna possibilità che vengano smentite.
Ci sono centinaia di esempi, in tutti i campi più o meno scientifici: dalla statistica alla sociologia, dalla storia alla cronaca, in cui una fake news, una volta uscita allo scoperto, non può quasi più venir contraddetta, qualsiasi analisi venga presentata. Uno dei motivi principali, forse, è proprio il fatto che non “possano” venir smentite, esattamente perché non sono smentibili, essendo basate sul nulla.
Fanno però proseliti, viaggiano di bocca in bocca, di orecchio ad orecchio, creando una sorta di leggenda metropolitana che resta inalterata per anni e anni. Così, ad esempio, qualche anno fa, qualcuno sussurrò che alle primarie in svolgimento per scegliere il candidato-sindaco di Milano, per far vincere Beppe Sala vennero arruolate truppe cammellate di cinesi appositamente pagate per votare quel candidato. Decine di giornalisti e di televisioni si precipitarono per testimoniare e trasmettere in diretta questa palese anomalia. Non si intravvide se non qualche sparuto residente, nei gazebo intorno a Chinatown, con tratti somatici orientali, confuso in mezzo a decine e decine di votanti.
Era una fake-news appositamente architettata da oppositori di Beppe Sala per mettere in dubbio la sua vittoria contro la candidata Balzani, che piaceva maggiormente a un giornale di sinistra di cui molti ricordano il nome. Ma ancor oggi, se chiedete a qualche giornalista, vi racconterà quella storiella inventata di sana pianta. Un po’ come la storia dei vaccini anti-Covid che conterrebbero sostanze capaci di controllare e manipolare i cittadini, tramite il 5G, ancora oggi fake-news preferita dai no-vax, e impossibile da confutare razionalmente.
Mi sono tornate alla memoria queste grandi “invenzioni”, negli ultimi giorni, all’indomani della votazione per la scelta del nuovo segretario del Pd, quando sentii in tv un noto sondaggista raccontare quale fosse l’elettorato che aveva votato per Elly Schlein: il 22% sarebbe provenuto dal Movimento 5 stelle, un altro 22% da ex-astensionisti alle ultime politiche. Due dati talmente assurdi, che il giornalista che li aveva sentiti avrebbe potuto immediatamente mostrarsi perplesso, manifestando forti dubbi. Già, perché il 22% di ex-astensionisti sarebbe pari a oltre 3 milioni di persone, in una elezione in cui si è recato ai gazebo poco più di un milione complessivo. E poi, che interesse avrebbe il M5s a rafforzare una Segretaria che si porrebbe in diretta concorrenza con il proprio partito/movimento?
Evidenti bufale volte a dimostrare che cosa? Ovviamente, che il voto per Schlein non provenisse da scelte di elettori dem, ma arrivasse da “esterni”, intenzionati a far cambiare rotta alle politiche del Pd; di nuovo, truppe cammellate che decidevano per altri il futuro di un partito.
Una evidente fake-news, immediatamente smentita, oltre che dalle argomentazioni “di buon senso” più sopra descritte, da alcuni istituti e dagli exit-poll realizzati dal consorzio di alcune università con campioni di elettori che avevano appena votato alle cosiddette primarie.
Fatiche inutili. Se girate per le diverse tv, se girate per le strade, sentirete ormai il mantra: ah, ha vinto Elly Schlein grazie agli elettori 5 stelle! Oppure, come recentemente scritto dallo stesso neo-direttore dell’Espresso: “alcuni [degli astensionisti] sono tornati a farsi vivi, un milioncino o giù di lì”.
Non c’è speranza: la realtà non funziona, se si vogliono spiegare i fenomeni a modo nostro. Meglio costruire ipotesi fantasiose. Vi seguiranno in molti.
Università degli Studi di Milano
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