Ambiente

Il piano per il Sud e le ecoballe di Renzi

10 Agosto 2015

«Andrò nella Terra dei fuochi. Ho preso un impegno con De Luca: in tre anni, lui ha detto due ma io sono più prudente, arriveremo a togliere le ecoballe, e mi ha chiesto un finanziamento speciale». Ecco svelato, dopo una snervante attesa, il core business del Piano Marshall del duo Renzi-De Luca.

Il piano straordinario per il Sud si concentrerà nello smaltimento delle leggendarie ecoballe campane. Si può dire che le ecoballe stanno alla Campania come il ponte sullo stretto sta alla Sicilia solo che le une sono reali l’altro invece è un entità metafisica, almeno al momento. Siccome però, il neogovernatore campano dopo una difficile campagna elettorale ha bisogno di un sostegno morale, ecco che t’invento la balla dell’ecoballa. Di certo Flaubert il neologismo l’avrebbe inserito nel suo Dizionario delle idee comuni, chissà con quale definizione. Coniato nel corso degli anni ’90, il termine ha trovato la sua pur giusta affermazione dal 2001, gli anni infatti che seguiranno vedranno il territorio campano disseminato di circa 30 siti di stoccaggio con più di 4 mln di queste ecoballe per un totale complessivo che si aggira intorno ai 5 mln e mezzo di tonnellate di materiale, sia ben detto, non tutto prodotto dai cittadini dalla Campania. Alcune a contornare le balze delle cave dismesse altre a formare montagne, montagne che ormai nella vulgata vengono tutte definite terra dei fuochi.

In questi anni come si sa, l’avvicendarsi di tutte le figure istituzionali, commissari, prefetti, governatori ha avuto il suo bel da fare prima dove stoccarle e ora come eliminarle. Nel mezzo una serie infinita di norme, decreti e leggi che si sono divertite a cambiare le regole a partita già cominciata. Tutti sempre con l’unico fine benevolo di voler risolvere il problema in modo definitivo. Anche l’Unione Europea che abbiamo conosciuto così imperativa nei suoi diktat nel caso delle ecoballe della Campania ha preferito passare. Oggi però è di nuovo tempo di proclami. Restando perciò proprio in tema di terra dei fuochi la giunta Caldoro aveva già deliberato la realizzazione di un termovalorizzatore nel comune di Giugliano dove c’è il più famoso dei siti di stoccaggio, Taverna del Re. Soluzione però fortemente osteggiata dai comitati locali. Quindi nelle pieghe della locuzione, finanziamento speciale, non possiamo che intravedere il programma per la realizzazione di un numero imprecisato di termovalorizzatori, piano già previsto sin dal 1998 ma che ora crediamo il duo Renzi-De Luca voglia far valere sull’onda del non c’è tempo da perdere.

E allora proposito di tempo vediamo un po’ quanto tempo ci vorrà. Due o tre anni? Poniamo che l’impianto di termovalorizzazione di Giugliano, l’unico ad oggi deliberato, venga realizzato in tempi, diciamo non italiani, un anno. A fine lavori così come previsto e se non ci saranno intoppi avrà una capacità di smaltimento di 400000 tonnellate/anno impiegherà quindi a calcoli fatti poco meno di dodici anni per smaltire tutte le ecoballe. Certo se ne faranno degli altri, sempre entro i tempi italiani ed allora la capacità raddoppierà, triplicherà ma il due o tre anni restano francamente un po’ lontani.

Intanto non dimentichiamo che sussiste un contenzioso tra la Regione Campania e la Fibe S.p.A (società a cui era stato affidato negli anni 2000 lo stoccaggio e lo smaltimento) sulla proprietà delle ecoballe. Tra l’altro tutte le informazioni sul bando di gara per i termovalorizzatori sono reperibili su tmvnapoli.eu. Risparmiatevi la fatica è under construction. Ci vorranno forse due o tre anni per i contenuti, chissà.

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