Partiti e politici
Siamo nel 2015, PERCHé VOLETE riportarci NEL 1975 O NEL 1995?
“Se stessi cercando un buon lavoro che desse un po’ di sicurezza alla mia famiglia, mi iscriverei ad un sindacato. Se mi spaccassi la schiena nell’industria dei servizi e volessi una retribuzione onesta per un’onesta giornata di lavoro, io mi iscriverei ad un sindacato”. L’ha detto Barack Obama ad una manifestazione durante Labor Day a Milwaukee lo scorso settembre.
Fa riflettere che il presidente pop di “yes we can” e “hope” ritenga che nel 2014 i sindacati abbiano ancora un ruolo da svolgere mentre lo scorso weekend alla Leopolda Davide Serra abbia addirittura auspicato una limitazione del diritto di sciopero. Opinione legittima, se non fosse che il diritto di sciopero è sancito dalla costituzione e quello nei servizi pubblici essenziali è già regolamentato. Il problema è che Serra parlava da ospite d’onore alla convention della corrente del Presidente del Consiglio nonché maggioranza del Partito Democratico, quel partito che dovrebbe presidiare con sicurezza il centro della sinistra dello spettro politico. Il tema della kermesse fiorentina era il futuro ma sentire parlare di limitazioni al diritto di sciopero e ascoltare tante critiche ai sindacati, alle mie orecchie, fa molto secolo scorso.
Non la penso come Serra, e neppure la penso come Susanna Camusso che ha concluso il suo comizio alla manifestazione della CGIL con “al lavoro e alla lotta” parlando ad una piazza che era piena anche di lavoratori che la sua organizzazione ha dimenticato per molti anni. Anni troppo spesso caratterizzati da posizioni di conservazione e retroguardia e dall’incapacità di cogliere i mutamenti del mercato del lavoro, di identificare i nuovi deboli e i nuovi “sfruttati”. Proprio quelli che, secondo Barack Obama di un sindacato avrebbero più bisogno.
Lo scorso weekend ho sentito come poche altre volte il bisogno di una terza via, a cui servirà dare un nome nuovo vista la forte connotazione che il concetto elaborato da Tony Giddens ha assunto negli anni ‘90.
Una strada nuova che permetta al Partito Democratico e al paese di affrontare con gli strumenti adeguati e con efficacia i problemi di questi anni. Non mi adeguo quindi al “tertium non datur” che ci descrive Francesco Piccolo, perché penso che un modo diverso e attuale di essere sinistra liberal e di governo è possibile.
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