Partiti e politici
L’affinità (oscena) tra Paestum e Forza Italia
Abito sulla collina a ridosso di Paestum, dove la percezione geografica stabilisce una giusta e ideale vicinanza, sì che a prescindere da quale dei due luoghi mi trovi, posso contemplare agevolmente l’altro, senza perdere di vista la linea del cordone ombelicale che lega l’antica Poseidonia al borgo dell’alto Medioevo.
Ho sempre creduto che l’espansione greca verso occidente, toccando le coste del Mediterraneo e interessando così le regioni di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, sia stata spinta non solo da esigenze economiche e sociali, ma anche dallo spirito d’avventura ispirato ai racconti omerici. Le nuove colonie offrirono una possibilità migliore per i Greci emigrati, fino a raggiungere uno splendore addirittura superiore a quello della madre patria, tant’è che, come tutti sapranno, furono tramandate con la definizione di “Megale Hellas” (Magna Graecia).
Ecco, quello che, oggi, manca al Sud d’Italia, nelle sue rappresentazioni istituzionali, è una concezione panellenica della vita, delle relazioni, della politica. Impropriamente orgogliosi (in quanto non coscienti) della storia e della tradizione civile di cui menano grottescamente vanto, i politici meridionali funzionali al potere centrale del paese rappresentano, in relazione ai luoghi dove vengono eletti al parlamento, alle regioni, alle province e ai comuni, l’estraneità più totale e la disarmonia maggiormente sgraziata. Essi sono il più grande disastro intellettuale dell’intera storia del mezzogiorno!
Ed è in questa dimensione di pezzenteria ideologica e di trascuratezza culturale, che, in settembre, “riparte” da Paestum, l’azione politica di “Forza Italia”, con una “tre giorni” dedicata a Silvio Berlusconi. Il connubio tra luogo ed evento, per me, è di una stonatura insopportabile. Tutto, qui, ma proprio tutto, dalla natura alle pietre antiche, contraddice la boria e l’arroganza di un partito aziendale di potere. La cifra etica ed estetica della politica di Forza Italia sta a Paestum come le pantofole al frac.
Certo, non posso impedire che i “forzuti” organizzino a Paestum il loro rilancio, ma neanche posso starmene zitto, come se l’oscenità intorno a me non mi riguardasse.
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