Partiti e politici
La stanchezza dei Mattei diversi (ma uguali)
Sembra ieri. Sembra ieri che i Mattei erano “the next big thing”. Sembra ieri che arringavano folle oceaniche trascinati dal calore delle masse plaudenti. Sembra ieri che decidevano come trasformare l’Italia in un paese a misura di Matteo. E invece è… ieri (almeno per uno di loro, per l’altro è l’altro ieri).
Ma la frenesia della politica a colpi di tweet e di dirette facebook li ha costretti a fare continui passi in avanti perchè nel 2019 chi si ferma (a pensare) è perduto. Almeno così credono loro (e le loro corti, sempre più ristrette). E allora uno organizza il referendum contro la legge elettorale* , l’altro regola conti come una moglie (o marito) offesa/o**.
E, in questo delirio di impotenza, ambedue si preparano a non arrendersi all’evidenza dell’essersi messi da soli al confine della politica vera, quella fatta di scelte che impattano davvero sulla vita della gente. Uno, splendido esempio di opposizione autoprodotta, l’altro lanciato ad essere il Pietro Longo del 2020, tutto tavoli di coalizione e richieste di posti di sottopotere cencellianamente suddivisi (dopo essere stato un fiero avversario di queste pratiche, almeno a parole).
E questo accade anche perché, in fondo, politica vera i due non sono mai stati in grado di (o interessati a) farla. Il loro mondo è stato il virtuale e il comunicazionale. Ottimi frontmen, nel breve, a cavalcare le onde del consenso ma poco capaci nel gestirlo. Ma se si scorre la carriera dei due, si scopre ben presto che è fatta di continui rilanci, di fanfaronate buone per illuminare una serata tra amici e poco più. Niente prospettiva. Niente Politica.
E rilanciare, stanca. Te che lo fai e chi ti sta (ancora) a sentire. E infatti i due, invece di crescere, si gonfiano e mostrano evidenti segni di invecchiamento precoce. Come quelle eterne promesse del calcio che non sbocciano mai, pur avendo delle stagioni in cui sono ad un passo dal farlo.
E chissà, un giorno, si dirà anche dei Mattei “sembrava Maradona. E invece era solo Vignola.”
*domanda da osservatore distratto: ma perché, visto il consenso oceanico millantato, non fare tavolini in giro per le strade, invece di chiedere a cinque regioni di votare richieste di referendum? Quanto ci vorrà, ad una forza in costante espansione elettorale per raccogliere 500.000, anzi no, 1.000.000 di firme (e relativi contatti), una settimana? Misteri della politica di popolo (da tavolino)
** perchè non ditemi che qualcuno possa davvero pensare di fare un partito con protagonisti principali Boschi, Giachetti & Migliore, solo per fare qualche nome. Sarebbe come provare a fare un blockbuster con i caratteristi della commedia all’italiana.
Devi fare login per commentare
Accedi