Partiti e politici

La politica dell’Ulivo: così diversa da quella di Renzi?

15 Marzo 2016

Dice Massimo D’Alema: Renzi ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo e la sua azione politica. Cerca alleanze al centro, o nel centro-destra. Così non si fa. I più giovani non sanno cosa ha fatto l’Ulivo, dieci o vent’anni fa, né esattamente cosa aveva fatto D’Alema. Facciamo un pochino di ripasso, allora.

Alle prime consultazioni politiche della seconda Repubblica, il Pds di Occhetto si presenta con una coalizione di sinistra e perde le elezioni, contro l’alleanza Berlusconi-Bossi-Fini. Si cerca allora di correre ai ripari, e nelle successive politiche (del 1996) si forma un’alleanza tra centro-sinistra e i cattolici progressisti, candidando Prodi come potenziale premier. Bertinotti e Rifondazione non ci stanno e appoggiano dunque la nuova coalizione solo dall’esterno, con l’unico intento di battere Berlusconi. E’ la nascita dell’Ulivo, che vince di poco, nonostante la Lega non avesse corso con il resto del centro-destra. La vittoria dell’Ulivo è così striminzita che, per governare, ha bisogno dei voti di Rifondazione. Che per un po’ glieli dà, sia pure con molte polemiche, ma dopo un paio d’anni Bertinotti ritira l’appoggio al governo Prodi, reo di praticare politiche troppo di centro (l’avete già sentita questa critica, vero?).

Ma il governo Prodi (con Ciampi e Veltroni) è in grande accordo con il sentimento popolare, grazie soprattutto alla riuscita manovra economica che ci permette di entrare nell’Euro. Prodi si dimette e vorrebbe andare a nuove elezioni, stavolta con il solo Ulivo, senza alcun appoggio di Rifondazione. D’Alema non ci sta, non vuole le elezioni, e cerca di formare un nuovo governo, ma non ha i voti necessari. Gli giunge in aiuto una nuova formazione politica che, uscita dal centro-destra, decide di appoggiare un esecutivo con D’Alema premier. Il nuovo partito si chiama Udr, ed è capitanato da Cossiga e Mastella, ex-esponenti della Dc più di centro-destra. D’Alema ottiene la fiducia ed ovviamente governa con i voti che aveva preso Prodi (vi ricorda qualcosa? qualcosa che oggi non si dovrebbe più fare?).

Il governo D’Alema, come quello successivo di Amato, a lui subentrato dopo la sconfitta del centro-sinistra alle regionali del 2000, perde costantemente consensi, tanto che il 2001, nelle nuove elezioni, vede il trionfo assoluto di Berlusconi, con un vantaggio nel proporzionale vicino ai 10 punti percentuali. Vista la situazione di grave crisi elettorale, si richiama Prodi come candidato alle politiche del 2006. Questa volta la coalizione di centro-sinistra, per poter battere Berlusconi, è la più vasta mai vista dalla nascita dell’Ulivo, ed incamera ufficialmente al proprio interno anche componenti di fatto di centro (o di centro-destra, se volete), come il partito di Mastella, che diverrà poi ministro della Giustizia, la Liga Veneta, Alleanza Lombarda (ex-leghisti) ed il partito dei Pensionati (tradizionalmente vicini a Berlusconi). Non per nulla il raggruppamento si chiamerà Unione.

Ma nonostante questa larga alleanza onnicomprensiva, la vittoria di Prodi sarà molto risicata (circa 25mila voti) e la maggioranza al Senato sarà costantemente appesa ad un filo, costringendo molti senatori a vita (come la quasi centenaria Levi-Montalcini) a presenziare a diversi voti di fiducia per poter governare. Il governo Prodi non riuscirà a resistere per più di due anni, dopodichè si torna a nuove elezioni, e Berlusconi trionfa nuovamente, contro il novello Partito Democratico di Veltroni, che non ottiene l’appoggio della sinistra radicale, perché il Pd – essi sostengono – sta troppo a destra.

Questi i 3 punti cruciali.
1. Nel 1998 D’Alema governa grazie all’appoggio di una formazione che era entrata in parlamento all’interno del centro-destra.
2. I voti con cui governa D’Alema erano i voti di Prodi.
3. Nel 2006, il centro-sinistra si presenta come una sorta di Partito della Nazione, inglobando forze chiaramente di centro, se non di centro-destra.

L’azione politica e le alleanze messe in campo dall’Ulivo (di Prodi e di D’Alema) sono dunque davvero così diverse da ciò che sta accadendo ora?

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