Partiti e politici
La Piazza di Torino chiede un partito che ancora non c’è
La Piazza di Torino cerca un partito che ancora non c’è. È quel partito di tradizione liberale che da troppi anni manca al Paese. Quella parte del Paese che, dopo l’ubriacatura di protesta, adesso comprende che la decrescita felice è solo una buona scusa per legittimare una classe politica cialtrona. Che scopre come, al di là del mantra giustizialista e moralista, tra la democrazia diretta, i barconi dei migranti tenuti a bagnomaria nei porti e una Legge finanziaria che ci espone in Europa, poco rimane per sperare nella crescita economica e sociale. Una classe medio-borghese che deve constatare come, anche con il Governo del cambiamento, il problema del blocco della mobilità sociale persiste. Anzi, si cronicizza.
Una classe media che si vuole riflessiva, a patto però che rifletta secondo i desiderata di chi la vuole circuire. Eppure a Torino hanno riflettuto e hanno deciso di scendere in piazza in 40.000. Chiedendo che il governo della città in mano al Movimento 5 Stelle non rinunci ad un’opera così vitale per lo sviluppo dell’economia locale, ma pure nazionale. Quella Tav tanto vituperata dagli estremisti del Movimento 5 Stelle. Così come la candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali. Un tira e molla, sul filo dell’opportunità strategica finalizzata a non perdere il consenso dei duri e puri grillini, a scapito di quei tanti moderati che avevano votato la sindaca Chiara Appendino, che però portava il sigillo di garanzia di gran parte dell’alta borghesia sabauda. La via moderata al grillismo si è dimostrata perdente. La Piazza di Torino ha capito l’inganno. Il sindaco è prigioniero del populismo 5 stelle su scala nazionale e Torino rischia di farne le spese.
E dalla piazza di Torino arriva un forte segnale che qualcuno dovrebbe pur cogliere. La necessità di un partito capace di far convogliare su di sé il consenso di un elettorato moderato e liberale. Tra chi è pentito per aver dato fiducia alla Lega o al Movimento 5 Stelle e chi magari la volta scorsa è rimasto a casa, non trovando alcuna rappresentanza nelle proposte politiche disponibili.
C’è una grande prateria, pronta a essere conquistata.
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