Partiti e politici

La minoranza PD. Cane che abbaia non morde

7 Ottobre 2015

Pace fatta tra la minoranza PD e Renzi sulla riforma del Senato (qui la notizia)

Ed ecco che ripropongo una riflessione sulla “inutilità”.

Pensare di cambiare il Pd dall’interno è come sperare che Paris Hilton vinca il Nobel per la Letteratura (come avevo scritto qui, cliccate).

  • Escludendo la vostra famiglia, fuori dai palazzi l’interesse nei vostri confronti (debole da tempo) ultimamente è calato parecchio. Diciamo che al momento siete seguiti grosso modo come il campionato di morra cinese. Neanche quello di LegaPro.
  • Dopo la riunione all’Acquario di Roma, in particolare, le vostre gesta vengono recepite, come scrive il mio amico Alessandro Gilioili, dalla stessa area del cervello che induce talvolta a cliccare sulle dichiarazioni di Sara Tommasi o sui siti sciichimisti. Credo che sia la zona dell’eccentrico-curioso-trash.
  • Ogni volta che parla D’Alema, da Palazzo Chigi parte un ordine di Moët & Chandon; quando si aggiunge D’Attorre, arrivano anche le tartine.
    Le vostre reiterate “minacce” di scissione non vengono più quotate nemmeno dai bookmaker più spregiudicati di Londra, quelli che pure accettano scommesse sull’arrivo degli alieni entro la fine dell’anno (che poi finisce tutto a tarallucci e vino).
  • Bersani che invita Renzi a “non decidere da solo” sembra il cardinale Bagnasco quando invita i giovani a non fare sesso prima del matrimonio: tuttavia ha molte meno probabilità di successo.
  • In linea generale, chi tra voi ha fatto per anni la corte all’Udc di Casini (ma anche a Fini), poi ha votato tutte le riforme di Monti (compresa quella costituzionale) e infine ha fatto il governo con Berlusconi (magari entrandoci pure) quando rivendica di essere di sinistra risulta credibile come Pacciani che parla di rispetto per le donne.

Nulla di personale verso nessuno di voi, ma ho la sensazione che se voleste davvero servire le idee che oggi manifestate, e a esse risultare utili, per la più parte di voi un dignitoso ritiro a vita privata sarebbe la scelta migliore – e probabilmente gioverebbe anche a voi, sul lungo, in termini reputazionali.

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