Partiti e politici
Nella lettera agli italiani all’estero Renzi sbaglia sito e il link porta al #No
Le campagne di entrambi gli schieramenti per il referendum del 4 dicembre sono da tempo entrate nel vivo, con risvolti tragicomici e talvolta preoccupanti. E se il fronte del No continua nella sua battaglia a tutto campo “a difesa della Costituzione del boom economico o la Costituzione approvata a suffragio universale nel 1948”, come ha affermato un confuso Alessandro di Battista durante un collegamento televisivo, dalle parti del Sì non se la passano molto meglio, con toni sempre più da “bar sport” che sembrano una riproposizione posticcia dei deliri del blog di Beppe Grillo.
Sembra chiaro che l’indicazione dell’ormai onnipresente (e strapagato) Jim Messina, il guru della comunicazione venuto dagli USA (…) per aiutare Renzi e i suoi a vincere la difficile battaglia, sia quella di recuperare il presunto svantaggio del Sì (vatti a fidare dei sondaggi…) alzando l’asticella dello scontro. Ma i risultati appaiono spesso preoccupanti, soprattutto perché un’indicazione di questo tipo, data in pasto a quel discutibile materiale umano rappresentato dai sodali del renzismo, potrebbe alla lunga rivelarsi un boomerang.
Per rendersi conto di questa involuzione, basta fare un giro sui profili social dei rappresentanti del governo più fedeli al premier. Cito fra tutti il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, che in un post pubblicato su Facebook paragona i suoi amici “che detestano Renzi e votano No al referendum” a delle “anziane signore della campagna del Surrey, intente a prendere il the delle cinque con un cachet violetto nei capelli candidi”.
Ma lasciando a Scalfarotto e ai suoi ex amici le alte discussioni sulle fiale per capelli utilizzate dalle donne in terza età, quello che potrebbe rivelarsi il punto più basso della campagna referendaria del comitato per il Sì è apparso nelle ultime ore sulla pagina ufficiale di Basta un Sì, con il post “Natale con la casta, il cinepanettone che non vogliamo vedere”, dove alcune facce di sostenitori del No – capitanate dall’odiato Massimo D’Alema – diventano i protagonisti di un lungometraggio trash targato De Laurentiis. Qualcuno forse dovrebbe spiegare a Jim Messina che i cinepanettoni sono da tempo campioni d’incassi nelle sale italiane, ma soprattutto che alcune delle facce usate nel patchwork sono apprezzate da potenziali elettori del Sì che forse andrebbero convinti, non derisi.
E in tutto questo caos, non poteva mancare la gaffe. Si tratta di un “innocuo” errore di battitura, presente sulla contestata lettera che il premier Matteo Renzi ha inviato agli italiani residenti all’estero per invitarli a votare Sì al referendum. Al netto della polemica sull’utilizzo “berlusconiano” che il segretario PD avrebbe fatto del suo ruolo di capo di governo, lo scivolone è esilarante. Sulla prima facciata del volantino, dove Renzi appare in una foto con Obama (i più superstiziosi sostengono che gli endorsement del presidente uscente degli USA non portino affatto bene), il link del sito della campagna “Basta un Sì” è sbagliato. Manca una “n” (bastausi.it), ma ciò che è più clamoroso è che quel link riporta a una pagina dove si sostengono le ragioni del No. Il dominio risulta intestato a Ruggero Barbetti, un esponente di Forza Italia (nonché sindaco di Capoliveri) che notando la svista, ha acquistato l’url giocando un brutto scherzo al comitato concorrente e soprattutto al povero grafico responsabile dell’errore.
Una nota di colore e poco più, ma che contestualizzata in un paese dove la Costituzione è diventata l’ennesimo motivo di scontro fra tifoserie (nonché spauracchio utilizzato per esternare le frustrazioni da parte di molti individui) rappresenta l’ennesima brutta scena di uno spettacolo pietoso.
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