Partiti e politici

La leggenda del politico sull’oceano

20 Luglio 2017

Il racconto “Novecento” di Alessandro Baricco ha per protagonista un neonato abbandonato su un transatlantico, che cresce viaggiando avanti e indietro tra le due sponde dell’oceano e diventa un dotatissimo pianista autodidatta, ma non trova mai il coraggio di scendere dalla nave che è sempre stata tutto il suo mondo.

I dirigenti politici italiani assomigliano molto a questo personaggio: sono bravissimi a suonare la loro musica – fatta di incontri, dibattiti, comparsate tv, libri, interviste e retroscena – ma sembrano incapaci di abbandonare la politique politicienne nella quale hanno sempre vissuto: anche quando sembrano decisi a fare il grande passo, come il buon Novecento si fermano sul terzo gradino della scaletta e tornano indietro, perché “la terra, quella è una nave troppo grande… è un viaggio troppo lungo.”

Eppure, dalla riva potrebbero per la prima volta vedere davvero il mare e ascoltarlo gridare: ascoltare quell’ urlo gigantesco che grida (…) “la vita è una cosa immensa, lo volete capire o no? Immensa”. E’ l’immensità dei cambiamenti che stanno travolgendo le nostre vite e le nostre società, lasciandoci sempre più spiazzati: la prodigiosa capacità di comunicare, che abbatte frontiere e barriere e mette in crisi equilibri e identità, che diffonde verità e menzogne rendendole indistinguibili; il progresso tecnologico, che sembra prossimo a rendere obsoleti il nostro lavoro e persino la nostra intelligenza; il riscaldamento globale, che sconvolge il clima e innesca le migrazioni di esseri umani da un emisfero all’altro; le nuove frontiere raggiunte dalle bioscienze, che mettono ogni giorno in discussione i nostri valori e le nostre certezze… di fronte a tutto ciò il politico professionista si ritrae, confessando candidamente: “tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce…è una musica che non so suonare”. Persino i “nuovi arrivati” – deputati e senatori alla loro prima legislatura, che pochi anni fa sembravano coraggiosi rivoluzionari – sono ormai arroccati sul loro personale bastimento fatto di slogan, di polemiche, di vaghe ricette e di contraddizioni; persino loro, ormai, non sono più in grado di scendere.

La malinconica fiaba di Baricco si conclude con la fine del pianista, che sceglie di morire nell’esplosione che demolirà la sua nave ormai in disarmo; e chissà quanti dirigenti finiranno così la loro vita politica, affondando insieme al loro vecchio partito arrugginito, tristemente rottamati dalla loro stessa paura di cambiare.

Sul molo, in fondo alla scaletta, in tanti continuiamo ad aspettare invano

 

 

 

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