Partiti e politici

La Lega si prende (quasi) tutti gli elettorati

8 Settembre 2018

Sono usciti in questi giorni i primi sondaggi post-vacanze, un po’ su tutti i quotidiani. Con una chiara ed evidente uniformità: la Lega non smette di mietere successi e consensi generalizzati. E’ arrivata quasi a raddoppiare (virtualmente, sia ben chiaro) i voti che aveva avuto soltanto sei mesi fa, il 4 marzo di quest’anno, diventando indiscutibilmente il primo partito all’interno del nostro panorama elettorale, oltre che politico.

Da dove arrivano tutti questi voti? e chi ci rimette, rispetto al proprio risultato delle ultime consultazioni alla camera? Iniziamo dai perdenti, dai partiti che si vedono significativamente ridotto il proprio appeal. Il Movimento 5 stelle, innanzitutto, che perde almeno il 3-4%, se non di più, in soli tre mesi di governo “di cambiamento”: accanto ad uno zoccolo duro del 70%, che replicano oggi il proprio voto passato, c’è un buon 10% dei suo ex-elettori che si rifugia nell’indecisione o nell’astensione, un altro 10% che vola direttamente tra le fila del suo alleato di governo, verso la Lega, ed un residuale 3-4% che torna probabilmente nella sua antica nicchia di sinistra. Un dato quest’ultimo che ci informa come non sia dunque corretto pensare che la disillusione di una parte del suo antico elettorato rifocilli Pd, Leu o Potere al Popolo.

Gli ex-elettori di Forza Italia, anch’essa in calo di almeno 4-5 punti percentuali, passano per almeno un quarto alla Lega e per un altro 15% verso l’area dell’astensione. Il Partito Democratico, tutto sommato stabile nel suo magro successo del 4 marzo, vede una parte dei suoi elettori rifugiarsi nel non-voto, sostituiti però da nuovi adepti provenienti dalle fila degli altri partiti della sinistra e del centro-sinistra, ribadendo il magro appeal del Pd presso tutte le altre forze politiche.

La Lega, infine, grande vincitore di questo primo scorcio di legislatura, conferma un immutato appeal tra tutti i suoi precedenti elettori, con un tasso di fedeltà prossimo al 95%. I nuovi voti arriverebbero per il 30% da ex-votanti del centro-destra (Fratelli d’Italia e soprattutto Forza Italia), per il 25% circa da ex-astensionisti e per un altro 25% da ex-votanti per il Movimento 5 stelle. Pochissimi, quasi inesistenti, i passaggi di voto provenienti dalla sinistra e dal centro-sinistra. Almeno su questo punto, l’avversione cioè nei confronti di Salvini, l’area di sinistra sembra non avere tentennamenti.

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