Partiti e politici

La gara delle promesse mirabolanti

11 Gennaio 2018

Le previsioni elettorali non sono il mio forte (per fortuna sono in buona compagnia…)
Cinque anni fa, dopo aver visto Berlusconi in tv interloquire con  Santoro e Travaglio, esibendosi nella famosa gag della pulizia della sedia di Travaglio, pensavo alla lunga avventura politica di Forza Italia come ad una specie di cine-panettone giunto ormai – molto mestamente – ai titoli di coda

Scrivevo (chiedo scusa della lunghezza della citazione)

“Protagonista del film è il solito “simpaticone” malato di sesso, pronto alle battute volgari, capace di affermare tutto e il contrario di tutto.
L’attore che interpretava questo personaggio è formidabile.
Christian De Sica è più giovane, più bello e più alto (e sa anche cantare e ballare meglio) ma, onestamente, è un poveretto di fronte a lui. 

Non c’è confronto, non c’è nessuno che domini la scena come lui, quando è in forma (e ieri sera lo era)
Oddio, i truccatori del film hanno esagerato.
Mai visto tanto cerone, tanti posticci e tanta plastica su una faccia.
O forse hanno esagerato gli sceneggiatori.
La storia del film – quella di un uomo politico “fantasioso” che blocca un paese per vent’anni pur di tutelare se stesso e i suoi amici – forse meglio si adattava ad un uomo con caratteristiche un tantino diverse : 
meno scoperto nel rivelarsi per quello che è ad ogni pie’ sospinto, per esempio.
O forse il film andava ambientato in un altro paese, diverso dal nostro.
Che ne so, uno di quei paesi in cui c’è molta gente che crede agli sciamani, o agli uomini della provvidenza.”

E concludevo:

“Con tutto quello che si può pensare, di male, del nostro paese, chi potrebbe mai credere che un personaggio come quello visto ieri sera possa ancora dominare le scene? Quanti voti potrà portare ancora portare a casa? Quanti potrebbero ancora credere ai suoi bluff?”

Poi sappiamo come è andata : l’unico politico di professione in gara, Bersani, ha “non vinto”, mentre i due attori – Grillo e Berlusconi – hanno quasi vinto.

Perché questo è un paese in cui la rappresentazione conta più della realtà.
Molti vanno alle urne con lo stesso spirito con il quale, da casa, voterebbero per i partecipanti ad un talent show: premiano spesso non chi è più capace, ma chi fa più scena, chi è più bravo a farli sognare.

Accadrà qualcosa di simile anche questa volta?
Spero di sbagliarmi, ma temo di sì
La gara a chi fa la promessa più spericolata e mirabolante è in corso. 
E i politici seri che si rifiutano di prendervi parte, rischiano di restare in coda.
L’unica speranza di una campagna elettorale seria risiede nella competenza e, soprattutto,  nell’autonomia dei professionisti dell’informazione: dovranno essere loro ad incalzare i leader politici, chiedendo,  in maniera rigorosa e implacabile, dove pensino di trovare i soldi necessari a far fronte ad ogni promessa che risulti incompatibile con lo stato delle nostre finanze e con gli standard sul deficit previsti dalla UE.

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