Partiti e politici

La destra stravince in Europa, e pure in Italia potrebbe arrivare il suo turno

19 Marzo 2017

Qualche giorno fa, gran parte dell’Europa ha tirato un sospiro di sollievo: i Paesi Bassi non erano caduti nella mani della destra xenofoba di Wilders. Aveva invece vinto Mark Rutte, con il partito di centro-destra un po’ meno xenofobo. L’Olanda, nel primo voto nazionale di questo intenso biennio elettorale, è stata il simbolo di quanto sta accadendo nel mondo occidentale.

Dagli States all’UK, dalla Spagna alla Germania, dalla Francia alla Polonia, per non parlare della Russia, dell’Ungheria, della Turchia e di altri paesi ancora, è tutto un proliferare di scelte elettorali che premiano la destra estrema o la destra meno estrema, che dovrebbe incarnare, quest’ultima, l’ultimo baluardo contro la deriva populista o xenofoba o anti-europeista. La sinistra, o se volete il centro-sinistra, pare essere scomparsa come punto di riferimento dell’elettorato.

In Francia, tra poco, giungeranno nuove evidenze di questa assenza. Molti osservatori anti-Marine Le Pen temono che il suo probabile sfidante, Emmanuel Macron, possa posizionarsi troppo a sinistra, compromettendone le chance di vittoria contro il Front National. Vale a dire, se il possibile appoggio dei socialisti sconfitti al primo turno si rivelerà troppo invadente, c’è il forte rischio che l’elettorato di centro-destra si riposizioni su Marine, permettendole di diventare la prima donna Presidente della Repubblica francese.

Insomma: chi tocca la sinistra muore. L’unica eccezione, a cominciare dalle ultime europee, era rappresentata dal nostro paese, con un Partito Democratico netto vincitore tre anni fa, e principale protagonista della coalizione di governo. Ma ovviamente gli esponenti del PD, chiari interpreti della ben nota “sindrome di Tafazzi”, anche questa egemonia stanno cercando in tutti i modi di perderla. Che sia colpa di Renzi ovvero colpa degli scissionisti, da almeno un paio di settimane tutti i sondaggi ci stanno dicendo che, mentre il PD vive la sua crisi di consensi, le altre formazioni politiche di quell’area non riescono ovviamente a diventare competitive.

Come ha sottolineato Lorenzo Pregliasco nella settimanale rassegna sulle tendenze di voto di YouTrend, il Partito Democratico sta decisamente perdendo contatto con il suo più agguerrito avversario diretto, il MoVimento 5 stelle, nonostante le prove non proprio limpide del movimento di Grillo. Contemporaneamente, paiono risorgere, o riattivarsi, gli elettori che guardano a qualcuna delle forze politiche di centro-destra, che sembrano in queste settimane essere tornate competitive.

Certo, il problema vero per loro è ancor oggi l’assenza di un leader condiviso, che permetterebbe loro di identificarsi in un fronte comune. Senza Silvio Berlusconi, non possono essere né Matteo Salvini né tanto meno Giorgia Meloni, a capo di un partito con troppo pochi consensi, ad incarnare in maniera efficace l’area di riferimento.

Ma stanno prendendo piede nuove voci, che raccontano di una sorta di confederazione di centro-destra, unita, alla ricerca di un personaggio che li rappresenti degnamente. Forse Luca Zaia? Chissà. Resta il fatto che se infine questo nuovo leader emergerà, e se il centro-sinistra continua su questa china, finalmente l’anomalia italiana potrà finire. E anche da noi vedremo uno scontro finale con il centro-destra protagonista, tornando pienamente a far parte di questa Europa.

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In copertina, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia lo scorso 12 marzo alla Fiera di San Gregorio (Valdobbiadene) – foto tratta dal profilo FB ufficiale

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