Partiti e politici
La destra cambia le sue “facce” ma resta sempre maggioranza
Una volta c’era quasi unicamente Berlusconi, con il piccolo aiuto di Bossi e Fini, a rappresentare la destra (o, se volete, il centro-destra) italiano. Poco meno di un ventennio, dal 1994 al 2011, in cui Forza Italia, nelle sue diverse etichette, restava il faro principale di quell’elettorato, il simbolo più evidente della gerarchia di quell’area politica: non c’era mai stato in Italia un centro-destra così forte prima di Berlusconi, capace di diventare il referente di una pressochè costante maggioranza relativa degli elettori, anche quando le elezioni le vinceva il centro-sinistra, grazie al voto nel maggioritario.
Il declino politico del Cavaliere nel periodo successivo aveva (provvisoriamente) lasciato spazio all’emergere di altre forze, in particolare i 5 stelle, facendo retrocedere i consensi per il centro-destra ai suoi minimi storici della Seconda Repubblica: meno del 30% nel 2013, e poi una faticosa risalita fino al 37% nelle consultazioni del 2018 quando, per la prima volta, il partito di Berlusconi non compariva più in testa alla coalizione, superato dalla Lega di Salvini.
Da quel momento, sia nei voti reali che in quelli virtuali, la supremazia del centro-destra riprende la passata egemonia tra la popolazione italiana, con un livello di consensi sempre stabile, prossimo al 50% dell’elettorato. Ma con una evidente e significativa differenza rispetto al passato: non è più Berlusconi il traino di questa nuova egemonia bensì in pochi anni si alternano “facce” e partiti differenti. Salvini e la Lega restano in testa alle preferenze del centro-destra dal 2018 al 2020, poi sono Giorgia Meloni e il suo Fratelli d’Italia che balzano al comando della coalizione, come accade in questi ultimi mesi e come probabilmente avverrà nelle consultazioni politiche del prossimo anno. E poi chissà, forse addirittura Paragone, che con la sua lista ItaExit sta in questo periodo avendo un buon successo nelle intenzioni di voto, “rubando” elettori in particolare proprio alla Lega di Salvini, in costante regresso.
Una situazione particolarmente interessante, che ci porta a sottolineare come il forte radicamento di quest’area politica che, inizialmente, poteva forse essere la conseguenza della fiducia nella figura di Berlusconi, anche dopo il suo declino politico non presenti alcuna significativa flessione elettorale. Il centro-destra pare attualmente essere intercambiabile, come si è visto, nelle sue “facce”, nei suoi leader di riferimento, ma permane ad un livello di appeal che difficilmente può venir scalzato – almeno nel medio periodo – da altre proposte politiche alternative.
Università degli Studi di Milano
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