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Davvero gli italiani vogliono un capo? La debolezza dell’uomo forte
È argomento del giorno, della settimana e del mese, chissà quanti mesi, la crescente richiesta di autoritarismo che mette in pericolo la nostra democrazia occidentale. È sentore comune il diffondersi di un anelito a una manifestazione muscolare del potere, ben sintetizzata dai tratti da maschio alfa di Trump, Putin e i loro corrispettivi negli altri paesi. L’epoca dei valori soft è tramontata, il dialogo è manifestazione di debolezza e quello che conta è decidere e andare dritti a una meta, non importa quale sia.
Proprio oggi il sociologo Ivo Diamanti illustra un sondaggio da cui emerge una adesione quasi plebiscitaria a questo modello, che insinua un’inquietante coincidenza tra politica, media e sondaggio, come sfera riflettente, seppur, come ben sappiamo, tante volte fallibile. È questo quadro che suscita in noi un moto di ribellione metodologica e ci porta a provare a guardare le cose solo da un piccolo passo più in là.
Se chiediamo agli italiani l’adesione a un’altra affermazione, con una diversa formulazione, vediamo emergere in contorni di un quadro diverso. Solo il 16% del campione Atlas, rappresentativo della popolazione italiana, dichiara di essere “molto” d’accordo con l’affermazione “per risolvere i problemi del paese sarebbe bene concentrare il potere nelle mani di pochi”.
Anche se consideriamo chi è “abbastanza” d’accordo non arriviamo a superare la metà del campione.
Ancora più interessante è osservare i raggi x socioculturali che ci dicono che solo una parte della mappa, in corrispondenza della chiusura e della tradizione, aderisce a questa richiesta.
Ecco dunque un tassello per quella che potremmo definire “contestualizzazione critica” di sondaggi. Il tratto personologico dell’uomo forte ben incarna la manifestazione di un bisogno emotivo e di un disagio. Ma non dobbiamo dimenticare la sensibilità democratica e la tensione riflessiva entro cui si inscrive e che pure fa parte del movimento della storia. L’uomo forte è sotto controllo, non avrà pieni poteri e soprattutto potrà essere facilmente scalzato alle prossime elezioni.
Attenzione, non si tratta di contrapporre a un sondaggio un altro sondaggio, quando di cominciare a usare i dati sulla pubblica opinione in modo più articolato, per vedere almeno qualche lato in più di una questione. Un’abitudine per noi che li facciamo che dovrebbe sempre più appartenere a chi li fruisce. Se ancora qualcuno.
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