Partiti e politici
La classifica del gradimento dei partiti premia il centro-destra
Ilvo Diamanti nelle scorse settimane ha puntualizzato, in un interessante articolo apparso su Repubblica, come il gradimento e la percezione che gli italiani hanno dei partiti fosse in deciso ribasso. La sfera politico-partitica appariva in un quadrante posizionato tra le “parole” out e con un impatto negativo rispetto al futuro. Dunque: i partiti vengono giudicati vecchi e con scarsa dinamicità.
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E’ vero che i risultati di quella indagine risentono del fatto che, ovviamente, pochi giudicano positivamente i partiti diversi dal proprio, al contrario di quanto accade con parole più neutrali, come ad esempio l’ambiente, o il papa, o ancora internet e la qualità della vita, che apparivano invece al top della classifica. Ma è certamente vero che l’ostilità verso la cosiddetta casta partitica rimane molto elevata, nel nostro paese.
Mi pare però altresì interessante capire meglio come si differenziano i giudizi degli italiani nei confronti delle singole forze politiche, che non sono giudicate tutte alla stessa maniera. Per poter “misurare” il gradimento dei diversi partiti, al di là delle semplici preferenze di voto, è possibile utilizzare due indicatori che, opportunamente combinati, ci forniscono una speciale classifica, un indice complessivo della percezione degli elettori. I due indicatori sono la cosiddetta “propensione a votare” ognuno dei singoli partiti, da una parte, e la fiducia in ciascuno di essi, dall’altra.
I risultati di questa analisi differiscono in maniera significativa dal consueto ranking dell’orientamento elettorale, almeno dal punto di vista quantitativo. Vediamoli brevemente, cominciando dai fanalini di coda. Agli ultimi 3 posti troviamo Articolo 1, con un indice complessivo di 12 punti (su un massimo di 100), superato di poco dalla Alleanza Popolare di Alfano (13 punti) e da Sinistra Italiana (14 punti).
Decisamente più elevato il gradimento complessivo di Fratelli d’Italia (23 punti), di Forza Italia (27 punti) e della Lega di Salvini (29 punti). Ai primi due posti troviamo infine il Partito Democratico (con 30 punti) e, nettamente vincitore, il Movimento 5 stelle (con 35 punti). Una classifica che, come dicevo, riproduce il ranking dei reali orientamenti di voto, ma ci fornisce qualche ulteriore indicazione.
Prima di tutto perché anche i potenziali astensionisti o gli indecisi (che sono attualmente dell’ordine del 35-40% degli elettori) diventano anch’essi protagonisti, con le loro valutazioni, in questa speciale classifica; in secondo luogo perché i distacchi tra le diverse forze politiche appaiono decisamente minori di quelli che si registrano chiedendo soltanto le preferenze di voto. Qui appare chiaro che il favore che investe i partiti di centro-destra, come scrivevo la scorsa settimana, è decisamente più elevato rispetto alla mera scelta di voto, mentre quello che circonda il Pd non si discosta in maniera significativa dalla quota di italiani che lo voterebbe.
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Un ulteriore tassello, dunque, indicativo di quanto pare accadere nella mente degli elettori che, se dovessero alla fine andare a votare in una percentuale almeno simile a quella delle scorse legislative, si orienterebbero probabilmente verso un voto in direzione del centro-destra, rendendolo particolarmente competitivo sia nei confronti del Pd, ma anche dei 5 stelle.
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