Partiti e politici
La capotreno di Trenord in testa nei sondaggi
Dice bene, Luca Ricolfi sul Quotidiano Nazionale di oggi 9 agosto: il sentimento degli italiani non è cambiato di molto negli ultimi anni; semplicemente, mentre nel passato ci si vergognava a manifestare il proprio pensiero ed il proprio disagio, oggi ci si sente più legittimati ad esprimerlo, anche in forme a volte un po’ “razzistoidi”.
Ma in realtà non è vero razzismo, o lo è solo in parte. La gente è sempre così più esasperata dalle malefatte di alcuni rom, o sinti, o dalla presenza sempre più massiccia di migrati irregolari, alcuni dei quali delinquono, che tende ad adottare un meccanismo di generalizzazione, certo stereotipato, ma che trova in questi mesi una sorta di spalla ideale in una parte del governo. Dice quindi quel che sente, quello che prova senza più le remore di un tempo. E con l’accresciuta enfasi della Rete.
Se dovessimo interrogarli, la maggior parte degli italiani si pronuncerebbe favorevolmente nei confronti della capotreno di Trenord. Magari evitando il turpiloquio gratuito, quello che è stato detto nei confronti degli “zingari” e dei molestatori troverebbe un livello di consenso vicino al 90% della popolazione, senza significative distinzioni tra i diversi elettorati.
Tutti i sondaggi effettuati negli ultimi decenni ratificano la costante alterità nei confronti dei nomadi, da parte dei nostri connazionali. Il giudizio su di loro è positivo soltanto per uno sparuto 2-3% degli italiani, unica categoria sociale che batte, in questa classifica al negativo, la classe politica, la famigerata “casta”.
Non è dunque un caso se, di fronte a qualcuno che manifesta platealmente questo malessere, questo disagio, la stragrande maggioranza della popolazione si schiera dalla sua parte. Come ho sottolineato più volte, questo è uno dei motivi del costante successo di Salvini, della nuova Lega, la capacità cioè di farsi interprete a livello politico del malessere che attraversa la società.
E’ un tema centrale per la quotidianità degli italiani? E’ un problema che, se risolto, ridarebbe ottimismo nel futuro personale e del paese? Certamente no, come sottolineano correttamente gli stessi italiani, quando vengono interrogati. Ma, intanto, sarebbe un fastidio in meno, nella difficile arte di sbarcare il lunario, con la possibilità di arrivare a sera più sereni, meno cupi.
Qualcuno riuscirà davvero a risolverlo, questo problema? Certamente no, come non è mai stato risolto in nessuna delle periferie e in nessuna delle metropoli del mondo, perfino nella stessa New York di Rudolph Giuliani. Esisterà sempre una immigrazione, dal sud Italia o dal sud del mondo, di cui alcuni saranno scontenti. Esisteranno sempre i piccoli o grandi furti, da parte dei rom (e di italiani), per cui la gente si sentirà in parte minacciata. Esisterà sempre una delinquenza più o meno aspra, che peggiora la nostra quotidianità, o questuanti di ogni genere che chiederanno soldi su tutti i treni e su tutte le metropolitane, inventando storie sempre più raffinate.
Tutto questo ci sarà sempre. Ma, intanto, l’idea che si possa esprimere il malcontento invece che reprimerlo, e che ci sia qualcuno al governo che è d’accordo con noi rimane un piccolo, benché tutto sommato inutile, palliativo. Certo, è una magra consolazione in tempi di problemi economici e occupazionali, ma è sempre meglio di niente.
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