Partiti e politici
Il voto nei 6 Capoluoghi di regione: 4 al CS, 1 al CD, 1 incerto
Tra poco più di un mese, ci aspetta il primo appuntamento elettorale di rilievo dalla nascita del governo Draghi, un esecutivo come sappiamo quasi di unità nazionale, con la sola eccezione del partito della Meloni. Ma ora che tornano le elezioni, anche le aree politiche in competizione tornano ad essere quelle consuete, quasi dovunque centrodestra contro centrosinistra, più qualche sporadica anticipazione di un possibile accordo futuro tra Pd e M5s.
Sono chiamati alle urne oltre 1300 comuni, quasi il 20% del totale, tra i quali 20 capoluoghi di provincia, di cui 6 capoluoghi di regione. Saranno certamente questi ultimi i confronti più significativi, che potrebbero fornire importanti indicazioni sull’attuale appeal delle forze politiche anche a livello nazionale, sebbene con un grado di generalizzabilità non particolarmente elevato, stante le specificità dei singoli comuni chiamati alle urne. Vediamo quali sono gli attuali pronostici.
Milano. Il sindaco uscente Beppe Sala dovrebbe riuscire a prevalere sul suo principale sfidante Luca Bernardo, ancora piuttosto poco conosciuto, a meno di improvvisi passi falsi nell’ultimo mese di campagna. Il dubbio riguarda la possibilità di vittoria già al primo turno ovvero al ballottaggio.
Bologna. Anche in questo caso la vittoria del centrosinistra (CS) non dovrebbe essere in dubbio. Matteo Lepore è probabile vinca già al primo turno contro il candidato civico sostenuto dal centrodestra (CD) Fabio Battistini.
Trieste. Situazione completamente ribaltata nel capoluogo giuliano, dove il sindaco uscente Roberto Dipiazza (CD) si confermerebbe senza bisogno del ballottaggio, secondo tutti i sondaggi, primo cittadino per la quarta volta (con la parentesi tra il 2011 ed il 2016), contro il candidato di CS Francesco Russo, distanziato di oltre venti punti percentuali.
Napoli. Se nelle prime tre città i pronostici sono abbastanza netti, la previsione si fa un po’ più incerta nelle altre tre. Nel capoluogo campano, molto difficile che qualcuno vinca al primo turno: Gaetano Manfredi, appoggiato sia da Pd che dal M5s, ha certo un vantaggio notevole sul suo principale avversario Catello Maresca (CD), ma la presenza di altre figure legate alla sinistra (l’ex-sindaco Bassolino e Clemente, vicino al sindaco uscente De Magistris) non gli permetterà l’immediata conquista della poltrona di sindaco. Che con molta probabilità arriverà al secondo turno.
Torino. Ancora più complessa la situazione nel capoluogo piemontese, che vede al primo turno Paolo Damilano (CD) superare di poco Stefano Lo Russo (CS), che però dovrebbe sopravanzarlo nel ballottaggio, stando ad alcuni sondaggi, grazie all’apporto di una parte dei sostenitori del Movimento 5 stelle. L’antica anima di sinistra di Torino dovrebbe riemergere per riprendersi la città dopo la parentesi di Appendino. Ma è probabile che tutto si deciderà sul filo di lana.
Roma. È certo la capitale la città con i margini di incertezza maggiori, soprattutto a causa della varietà e della quantità dei candidati papabili per la vittoria. Attualmente i sondaggi indicano nettamente in testa Enrico Michetti (CD), davanti a Roberto Gualtieri (CS) e Virginia Raggi (M5s), racchiusi in poco più di 5 punti, e Carlo Calenda, più lontano ma non di moltissimo. La situazione del ballottaggio è dunque molto intricata, perché se ci andasse Gualtieri probabilmente vincerebbe, grazie all’apporto degli elettori di Raggi e Calenda, più vicini alla sinistra che alla destra. Ma se fosse la Raggi al suo posto, sarebbe forse favorito Michetti per la poltrona di sindaco. Difficile infine il passaggio al secondo turno di Calenda, che peraltro non si può escludere a priori, se riuscisse a compiere una eccellente campagna elettorale, nel mese che manca all’appuntamento.
Dunque, il pronostico per i sei capoluoghi di regione sarebbe di 4 a 1 per il centrosinistra, con l’ultimo piuttosto incerto.
Università degli Studi di Milano
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