Partiti e politici

Il rovello del Pd: trasformare la fettina di pollo bio in Greta Thunberg

28 Maggio 2019

Contano di più i voti o le percentuali? Nella sua instancabile vena onanista, il Partito democratico si infligge l’ulteriore dibattito sulla portata dell’impresa zingarettiana, che resta comunque decorosa, essendo i simboli quelli che contano in politica e scavalcare i Cinquestelle è certo il simbolo migliore possibile, di questi tempi magri. La foga, sempre tutt’interna, di diminuire le buone cose del tuo vicino di banco fa del Pd un eterno partito-bambino, a cui l’idea di crescere deve sembrare un’ipotesi sin troppo crudele. Dalla condizione terribilmente adulta del Pci, si è arrivati a questa sorta di kinderheim dove piccoli protagonisti giocano a torte in faccia in attesa che i genitori passino a riprenderli. Fuori dal partito, elettori più o meno convinti cercano formulette magiche per ipotizzare un futuro sempre più radioso, ma per il momento non si va molto oltre il vecchio adagio “dobbiamo riprendere il dialogo con le periferie”.

Le elezioni però, si sono incaricate di sottolineare in modo quasi impietoso quella vocazione borghese del Pd che era già parzialmente venuta in superficie. Ma insomma, sta di fatto che gli ZTL dei centri storici si sono stagliati come autentici avamposti della democrazia contro tutti i fascismi possibili. Ripartire comunque da Miuccia Prada non sarà una cosa semplice, né indolore, ecco perché da più parti sembra sorgere l’esigenza di ritrovare una nuova via, una via più fresca per identificarsi come partito contemporaneo. E questa nuova via sarebbe l’ambientalismo. Trapiantarlo dentro il corpaccione del Pd, un’operazione a cuore aperto che comporta una serie di rischi.

Andrà detto, a beneficio di entusiastiche visioni giovanili, che al Partito Comunista, e poi a scendere a tutti i suoi nipotini, sino al Pd di oggi, dell’ambiente non è mai fregato nulla. Non è questione di cattiveria, piuttosto di priorità. La sinistra ha sempre avuto una scala di valori molto, molto, selettiva, sulla quale lavorare e operare. Che ovviamente partiva dal mondo del lavoro e intorno a esso ruotava. Le condizione di vita erano sempre legate al luogo del lavoro, legate a doppio filo, come se ognuno di essi fosse il centro dell’universo. Una sorta di religione, per cui battersi con tutte le forze possibili. È chiaro che con la modernità, con lo sviluppo del lavoro, con la robottizzazione, quel mondo è radicalmente cambiato. Si sono liberate energie, si è persa la sacralità del posto fisso, il “luogo” di lavoro non è più stato il centro dell’universo. Se dobbiamo pensare a due simboli, forse gli ultimi di una condizione drammatica del lavoratore, dobbiamo tornare ai processi ThyssenKrupp ed Eternit. Oggi i drammi del lavoro sono a cielo aperto.

Per tornare all’ambiente. Trapiantarlo così, dentro il corpaccione del Pd sarebbe di una faciloneria imperdonabile. E neppure troppo ingenua, neppure da anima bella appena sbarcata sulla terra. Il Pd non se ne appropri, soprattutto, non si intesti nulla, nulla sapendo. Se qualche municipio del centro, assistito da una condizione sociale favorevole, intende trasformare le fettine di pollo Bio in Greta Thunberg, bene, lo faccia pure come gioco di società ma poi lasci lavorare i professionisti. Come i Verdi tedeschi, che da 40 anni lavorano con una serietà assoluta sulla trasformazione possibile del nostro ambiente. Lo fanno senza sognare, ma con il sogno del possibile. E soprattutto hanno l’idea primaria di ridurre le diseguaglianze, elemento primario per le politiche ambientali. In questo momento, infatti, l’accesso a uno stile di vita più virtuoso comporta dislivelli economici inaccettabili per le classi sociali più sofferenti. È questo il centro della questione. Soprattutto adesso che la scienza è arrivata a un punto chiaro della conoscenza: pochi giorni fa uno studio ad opera dell’Istituto Europeo di Oncologia, dell’Università Statale di Milano e della Federico II di Napoli, pubblicato sulle pagine di Nature Genetics , ha determinato che il 40% dei tumori è causato dai nostri stili di vita e dall’ambiente in cui viviamo.

Dunque, in un Paese civile si ha l’obbligo di portare le classi più disagiate al livello di quelle più fortunate, almeno nella casella di base. Fu questa, all’epoca, la grande rivoluzione della Sanità gratuita, che ancora esiste e resiste.
Il Pd, semmai, si faccia levatrice di una forza nuova, fuori da sé, oltre sé, alla quale affidare competenze e serietà riguardo a questa frontiera decisiva per le nostre vite. Si astragga, sporcandosi le mani, se gli riesce. Eviti di creare un “responsabile ambiente”, tanto ci sarà già. Dica apertamente: noi non sappiamo nulla, ma siamo i primi ad aprire un fronte con senso di responsabilità. Potrebbe essere finalmente una via possibile.

Ps. Tanto per esser chiari, una delle grandi riforme (im)possibili dell’Europa sarebbe quella di poter votare i rappresentanti anche degli altri Paesi. In questo caso, il povero scrivente invece che astenersi per malinconia diffusa, avrebbe convintamente votato i Verdi tedeschi. Cosa c’è di più bello e affascinante della contendibilità delle idee europee?

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.